Da due giocatori "fuoripista" come Gervinho e Iturbe è nata questa Roma. Due calciatori già trasferiti. L'argentino per il weekend si è spostato a Parigi, mentre l'ivoriano è tornato intoccabile anche per la sua nazionale. Incredibile pensarlo fino a pochi mesi fa: quei 14 milioni promessi dall'Al Jazira, poi non arrivati, hanno reso la Roma meno ricca ma più forte.
rassegna stampa
Uno lo ritrovi, l’altro lo perdi. Roma (ri)sposa Gervinho e molla Iturbe
Mentre l'ivoriano è tornato ad essere un titolare, l'argentino è diventato un caso. Se le cose dovessero continuare così, Garcia è pronto a chiedere la sua cessione a gennaio
Sì è parlato di elicotteri, piagge private, folli richieste d’ingaggio: il club arabo, come ricorda Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport", fece circolare un po’ di tutto sul conto di Gervinho e del suo rifiuto. La verità la disse Sabatini poche ore dopo: «Gervinho? Semplice, ha cambiato idea». Gliela fece cambiare anche una chiacchierata con Garcia. Perché i due non si erano lasciati benissimo al termine della scorsa stagione, nel frattempo l’attaccante aveva pure abbandonato il suo procuratore Pascal Boisseau, lo stesso del tecnico. Grazie a quel colloquio, però, Gervinho capì di essere ancora nelle grazie di Garcia, nonostante un clima non favorevole. E disse no anche alle successive richieste di altri club.
Oggi l'ivoriano è nuovamente un titolare, Iturbe invece è diventato un caso. La cessione al Genoa in prestito saltata il 30 agosto fa ancora discutere. Il suo addio, però, avrebbe fatto comodo a tutti, al club e allo stesso giocatore, pronto a chiedere la cessione a gennaio se le gerarchie di Garcia resteranno queste.
Per Garcia l'imprescindibile resta Edin Dzeko. Il francese ieri ha potuto sorridere: il centravanti è rimasto in panchina per tutta la sfida della sua Bosnia contro il Galles. «Gioco solo se sto al 100%», aveva garantito a Trigoria il centravanti prima di partire. Ha mantenuto la promessa. Ma martedì c'è la sfida fondamentale contro Cipro...
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