(La Gazzetta dello Sport - A. Pugliese)Dopo l’esordio in Serie A contro la Juventus, roba quasi più rara di un leoncino bianco, Federico Viviani si porterà dietro per sempre un’altra bella chicca, quella di essere stato il primo giocatore del Latina convocato nella Nazionale maggiore. Per uno stage, è vero, ma i suoi occhi brillano quasi come quella sera all’Olimpico, quando Luis Enrique lo scelse per guidare la Roma. «Un ricordo indelebile, quando ci ripenso mi viene sempre la pelle d’oca. Luis Enrique? Da quando ha lasciato Roma non ci ho mai più parlato, ma dovessi incontrarlo mi farebbe molto piacere scambiarci due chiacchiere».
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Tutto l’azzurro di Viviani
(La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese) Dopo l’esordio in Serie A contro la Juventus, roba quasi più rara di un leoncino bianco, Federico Viviani si porterà dietro per sempre un’altra bella chicca, quella di essere stato il primo...
Questa convocazione in azzurro cosa vuol dire?
«Che quando lavori duro e non molli mai un centimetro, anche quando non giochi, prima o poi il tuo momento inevitabilmente arriva. È stata un’emozione bellissima, tre giorni fantastici».
Questo è il suo momento…
«Speriamo, anche se devo fare ancora molto. Diciamo che sta iniziando, ci sto lavorando su. Ora però mi rituffo nel campionato, stanno per arrivare i passaggi decisivi».
Già, anche perché il Latina strizza l’occhio alla Serie A.
«Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma dobbiamo continuare con questa intensità e questa voglia di sacrificarsi. Restando con i piedi per terra, senza sognare quello che può o potrebbe essere, i risultati devono venire per forza».
Però siete la matricola doc: qual è il vostro vero segreto?
«L’unità e la compattezza del gruppo. Parliamo molto, usciamo spesso insieme, stiamo bene tra noi anche fuori dal campo. Questo fa la differenza, sai che in campo ci sarà sempre un compagno pronto ad un corsa in più anche per te».
Cosa non ha funzionato a Padova e Pescara?
«A Padova stava andando tutto bene, finché a novembre non mi sono infortunato. Poi è stata tutta una salita, come è successo a Pescara. Marino all’inizio diceva di contare su di me, io ho provato sempre a metterlo in difficoltà. Quindi è arrivato il Latina, è stata la scelta giusta. Qui c’è organizzazione ed entusiasmo, l’affetto dei tifosi è straordinario».
Magari a Latina butta un occhio ogni tanto anche Garcia.
«Non lo so, io penso solo a far bene questi 4 mesi, poi vedremo cosa succederà».
La Roma però è il cuore.
«Ovvio, l’obiettivo futuro è tornare a quei livelli, quello immediato a dare tutto per il Latina. La Roma ha trovato il giusto equilibrio mentale, la serenità per far bene».
Senza Strootman sarà dura.
«Ma lui ha personalità e carattere, tornerà forte come prima. Non conosco Kevin, ma quando succedono cose così non può che dispiacerti».
Per chiudere, il sogno di Viviani oggi qual è?
«Andare in Serie A con il Latina, al resto penseremo poi».
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