Se le stagioni sono davvero solo uno stato d’animo, allora la primavera da queste parti è lontana. C’è ancora l’inverno nell’animo di Francesco Totti. Il giorno dopo le parole di James Pallotta — o meglio, della pubblicazione delle stesse — la testa di Totti è ancora una volta bombardata da input diversi. Da chi gli ruota attorno, che quasi lo spinge lontano dalla Roma, forse pure da Roma città. Da chi prova a tranquillizzarlo, come il d.g. Mauro Baldissoni, che già martedì — nelle ore della bufera mediatica — aveva telefonato al capitano per rassicurarlo. E che ieri s’è ripetuto, con un colloquio veloce a Trigoria. «Non è questo il momento di metterci seduti a discutere del tuo futuro, ora parla della tua situazione con Pallotta per trovare un punto d’incontro», il senso delle parole del dirigente al capitano romanista.
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Totti insiste, sia la Roma a firmare quest’addio
Avrebbe voluto il lodo Del Piero. Avrebbe preferito un’uscita pubblica, un’assunzione di responsabilità pubblica da parte della società, piuttosto che una comunicazione privata a lui e una di segno opposto a uso e consumo della gente. E...
Da settimane, come riportato nell'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", il presidente giallorosso si fa mandare da Trigoria report aggiornati sulla situazione fisica di tutta la squadra. E i dati relativi al capitano sarebbero stati giudicati poco positivi, tanto da spingere Pallotta alla decisione di non rinnovare il contratto di Totti. Ma più di questo, il capitano non ha gradito la tempistica. Avrebbe voluto il lodo Del Piero. Avrebbe preferito un’uscita pubblica, un’assunzione di responsabilità pubblica da parte della società, piuttosto che una comunicazione privata a lui e una di segno opposto a uso e consumo della gente. E Totti non si muove da qui. Non comunicherà nulla circa il suo futuro finché non sarà ufficialmente e formalmente la Roma a dichiarare la sua posizione. Non gli bastano le parole di Pallotta alla Sloan Conference: Totti vuole che la società si assuma le responsabilità dell’addio, non vuole fare il primo passo.
Restano tre scenari possibili. Il primo: Totti continua a giocare altrove, nella Mls, magari a New York o a Los Angeles. Il secondo: Totti accetta un ruolo fuori dal campo con la Roma. Quale? Il dirigente alla Javier Zanetti o un ruolo tecnico alla Ryan Giggs, vicino a Spalletti. Terza via: Totti smette e inizia a fare il dirigente. Ma non nella Roma. Magari dicendo sì alla corte di Giovanni Malagò su Roma 2024.
(D.Stoppini)
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