(Gazzetta dello Sport - C.Zucchelli) - Trentaquattro presenze complessive nella stagione dello scudetto, titolare (e sorpresa) di una squadra che lui stesso definisce «costruita per vincere», punto fermo di un allenatore, Fabio Capello, che «quando è arrivato a Roma aveva un solo obiettivo in testa: la vittoria». Damiano Tommasi, l’«Anima candida»giallorossa, oggi presidente dell’Assocalciatori, vede analogie tra la Roma del 2001 e quella di oggi, «soprattutto nel carattere», ma non si lascia trasportare dall’entusiasmo: «Dopo 8 giornate è ancora presto».
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Tommasi ci crede: «Roma da scudetto, quasi come la mia»
(Gazzetta dello Sport – C.Zucchelli) – Trentaquattro presenze complessive nella stagione dello scudetto, titolare (e sorpresa) di una squadra che lui stesso definisce «costruita per vincere», punto fermo di un allenatore, Fabio...
Nel 2000, all’8a la Roma vinse con la Fiorentina. E l’entusiasmo era alle stelle.
«Non si possono fare paragoni perché quella era una squadra costruita per vincere e dominare il campionato fin dalla prima giornata».
Questa invece?
«È una squadra che sta facendo bene, molto bene. Ma che aveva come primo obiettivo tornare in Europa, credo sia ancora la priorità. Poi vediamo cosa accade, ma è ancora presto per parlare di scudetto. Per quanto...».
Per quanto?
«Vincere 8 partite di fila non è cosa comune. E infatti è successo molto raramente». Vede qualche analogia tra questa Roma e quella che vinse lo scudetto? «Nel carattere sì. Voglia e grinta avevamo noi e voglia e grinta hanno loro».
Differenze?
«Questa squadra forse ha meno nomi, ma sembra essere più concreta. Oltretutto ha meno impegni e questo alla lunga può rivelarsi un vantaggio».
Garcia ricorda Capello?
«Capello quando è arrivato alla Roma era già Capello, un allenatore di primissimo livello. Garcia si sta rivelando uno con tanto spessore e personalità. Per me è difficile paragonarli, perché Capello lo vivevo quotidianamente e sapevo quanto era bravo a tenere a freno l’entusiasmo. Conosceva benissimo l’ambiente e le sue insidie, Garcia magari lo conosce meno ma sta imparando a comprenderlo e a capirlo. E infatti anche lui tiene i piedi ben piantati a terra».
Da ex centrocampista, che giudizio dà del centrocampo della Roma?
«Ottimo reparto, molto fresco, dinamico e composto da grandi giocatori che uniscono grinta e tecnica. Però devo dire che tutti i reparti si stanno comportando molto bene, sono legati e la forza della Roma è proprio lì».
Appunto: quanto è forte questa Roma?
«Molto, non so se moltissimo. Ripeto, ad ottobre non si può parlare di scudetto, ma la squadra lotterà fino all’ultimo per i primi posti».
Tra i nuovi c’è qualcuno che l’ha colpita?
«Il segreto della Roma è nel gruppo, ma Benatia e soprattutto Strootman stanno facendo una grandissima stagione».
Vede punti deboli?
«Non essere una squadra costruita per vincere. Ma può sopperire e durare a lungo grazie al giusto clima che si è creato e grazie all’enorme sintonia che c’è tra giocatori e allenatore. È fondamentale».
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