rassegna stampa

Tevez: «La prossima rete la segno a Madrid. La Roma? Vedremo chi è più forte…»

L'Apache, insieme a Buffon, sono stati decisivi per la vittoria dei bianconeri a Bergamo. Ora pensano alla sfida con i giallorossi, la prima vera serata di gala del campionato

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Buffon para il rigore sull’1-0 Juve, subito dopo Tevez taglia le gambe all’Atalanta. «Cosa ho detto a Gigi? Niente di particolare - spiega l’Apache a fine gara -, tutto il mondo sa che lui è un fenomeno. Ora un gol a Madrid? Sì, mi piacerebbe segnare lì, vogliamo fare una grande partita per la nostra gente. Pensiamo all’Atletico, la Roma arriva dopo, e domenica vedremo chi è più forte». Carlitos quest’anno fa maledettamente sul serio, la butta ancora dentro e ci regala un Juventus-Roma da sogno. Fra sette giorni andrà in scena la prima vera serata di gala del campionato: la prelazione torinese è andata a ruba, il resto dei biglietti verrà polverizzato nelle prossime ore. Sono già arrivate richieste d’accredito da tutta Europa, perché bianconeri e giallorossi costituiscono il meglio del calcio italiano, e non sembrano così lontane rispetto alle corazzate del momento. 

NUMERI NUMERI... L’Apache ha raggiunto quota sei centri in stagione, ed è ora il capocannoniere solitario del campionato: in ordine cronologico, rete d’apertura contro l’Udinese (poi 2-0 grazie a Marchisio), doppietta al Malmoe, zampata decisiva nella Milano rossonera e appunto il tocco sotto porta e la rasoiata dal limite a Bergamo.

Incursione da rapinatore l’1-0, in una stagione nella quale Carlos sta giocando praticamente da seconda punta pura. «Allegri mi chiede di svariare di più alle spalle di Llorente», anche per sopperire dalla metà campo in avanti all’inevitabile deficit di tasso tecnico dovuto al k.o. di Pirlo. L’Apache obbedisce, svolge il compito con qualità sopraffina, ma non rinuncia mai a cercare la porta, anche da lontano. Gara dopo gara, il suo curriculum sta assumendo contorni entusiasmanti: 27 gol in 53 presenze! Il tutto accompagnato con prestazioni da leader vero, gare intense, generose, cattive se necessarie. Giocatore completo, tatticamente intelligente, «un professionista unico - raccontava Conte -, me lo aspettavo più difficile da gestire, e invece mi sono trovato di fronte un ragazzo magnifico, un lavoratore eccezionale in settimana, un uomo squadra. Sì, perché ogni sua giocata è sempre in funzione del bene comune». E ogni gol è per la gente povera di Buenos Aires e dintorni: ieri, maglietta e dediche erano per il barrio El Congo, provincia settentrionale a 12 miglia dalla capitale. 

ARGENTINO NEL CUORE  Non a caso è «el jugador del pueblo», il più amato in Argentina, non c’è Messi che tenga. E siamo sicuri che un pensiero almeno un po’ amaro sia andato dritto dritto a Martino, nuovo c.t. della Seleccion : già, la convocazione tarda ancora, in maniera inspiegabile. C’è Brasile-Argentina a ottobre a Pechino, e l’Apache sognava un rientro in grande stile. Poco male, di questo passo sarà solo questione di tempo, perché Martino, al contrario di Sabella, non chiude le porte a priori. «Carlos se la gioca con Higuain e Aguero», ha detto il c.t. Certo, parliamo di due fenomeni, nulla che però possa preoccupare l’Apache, soprattutto questo Apache.