rassegna stampa

Le tre svolte firmate Garcia. Così è nata la Roma 2.0

È sbocciata la Roma nuova edizione, in pieno autunno, prima domenica d’avvento eppure il regalo di Natale pare già arrivato

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Sarà bene cerchiare sul calendario la data di domenica, 30 novembre. Perché è probabile che un giorno bisognerà ricordarsi di una Roma pre e di una post. È nato qualcosa, contro l’Inter. È sbocciata la Roma 2.0, in pieno autunno, prima domenica d’avvento eppure il regalo di Natale pare già arrivato. Il 30 novembre come confine, un po’ come del 2013 — cioè della prima edizione della formazione di Garcia — viene ricordata la difesa pubblica di Osvaldo davanti ai tifosi, in pieno ritiro, come segno distintivo di un gruppo che voleva cambiare marcia. Ecco, contro l’Inter la Roma ha ritoccato con decisione qualche segno particolare sul suo passaporto. Per carità, sempre nazionalità franco-romana è. Sempre quel mix espressionista tra le bollicine di Garcia e le genialità di Totti. Ma intorno almeno tre puntini su 11 sembrano diversi rispetto all’immaginario estivo: Holebas più di Cole, Keita più di De Rossi, Ljajic più di Iturbe. Forse puntini definitivi nell’assalto scudetto.

A SINISTRA  Nuovi padroni in arrivo, almeno fino a quando la Coppa d’Africa non tornerà a sconvolgere i ragionamenti. Ma intanto Garcia ha scelto. Ieri ha pranzato a Trigoria con Baldissoni e Sabatini, ha rivisto la partita e poi nel pomeriggio ha twittato: «Gioco esplosivo, entusiasmo, livello fisico al top, forza mentale.. ecco la chiave della bellissima vittoria». Anche grazie a Holebas, la prima delle scelte. Perché Cole ha fallito troppe occasioni per non essere considerato un problema. Si pensava sul mercato, si pensa ancora se è vero che Sabatini ha tuttora in testa qualche ritocco (Johnson dal Liverpool?). Ma con Holebas la fascia sinistra ha trovato un padrone. E Garcia sorride: «Ora ho capito che possiamo attaccare anche a sinistra».

IN MEZZO  E al centro? Succede che un posto a Keita diventa difficile toglierlo. Anche se in panchina va De Rossi, nazionale come Strootman: la scelta qui è ampia. Ma Keita non esce più, dei pennelli di Pjanic e dei tattoo di Nainggolan (ieri l’ultimo, una tigre sulla coscia sinistra) oggi è persino superfluo parlare. Così a pagare è l’azzurro, alla seconda esclusione in una partita top: era già successo a Napoli, accadrà ancora almeno nelle occasioni in cui Garcia deciderà di andare a vincere una partita segnando un gol in più dell’avversario.

IN ATTACCO  Che poi a far gol adesso ci pensa pure Ljajic. Hai voglia ad aspettare Iturbe, il colpo dell’estate e di una vita, almeno per Pallotta. Ma il serbo non è mai stato dentro la Roma come oggi: lo capisci dai sorrisi, ancor prima che dai gol e dagli assist. Non è un caso che il nuovo c.t. Curcic voglia riconsiderare l’esclusione decisa da Advocaat. «Rovina il gruppo», disse di Adem l’ex ct. Potenza del 30 novembre, che forse ha cambiato anche la storia in nazionale di Ljajic. Potenza di Garcia, che a forza di ritocchi pare arrivato alla versione definitiva del quadro.