(Gazzetta dello Sport - A.Catapano)«Avveniristico» o «inguardabile», «straordinario» o «di pessimo gusto», «qualificante per la città» o solo «un pretesto per costruire l’ennesimo supermercato». Tanti aggettivi, altrettanti pronostici, molte chiacchiere su quanto sarà bello o brutto questo stadio, ma scarso interesse per quanto costerà e chi lo pagherà, e nessuna preoccupazione per il destino della Sais di Gaetano Papalia, la società da cui Parnasi ha acquistato il terreno di Tor di Valle per 42 milioni di euro, appesa al verdetto di domani del tribunale fallimentare. Se le verrà concesso il concordato preventivo, l’accordo avrà il via libera definitivo, se invece sarà sancita la bancarotta, il terreno finirà all’asta e probabilmente costerà molto meno di 42 milioni.
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Su il sipario e caccia ai soldi: ecco lo stadio
(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) «Avveniristico» o «inguardabile», «straordinario» o «di pessimo gusto», «qualificante per la città» o solo «un pretesto per costruire l’ennesimo supermercato».
UN COLOSSEO Ieri le ultime schermaglie dialettiche prima della presentazione in Campidoglio («Un momento storico per la Roma», giura il d.g. Baldissoni), a cui parteciperanno i vertici societari, quelli della Raptor, le autorità (sindaco in testa), le banche (UniCredit e Goldman Sachs), la squadra, lo staff, le vecchie glorie. Per Luca Pancalli, assessore allo Sport del comune di Roma, «... ci verrà presentato il progetto nella sua complessità, comprese quelle opere che dovranno, in qualche modo, garantire l’equilibro economico gestionale dell’impianto, per cui mi aspetto qualcosa di avveniristico com’è apparso dalla prima ora». Per Massimiliano Fuksas, architetto romanista che per Pallotta avrebbe lavorato pure gratis, il progetto di Dan Meis è «orrendo, bruttissimo, di pessimo gusto, e non lo avrei fatto a Tor di Valle. Roma non ha bisogno di un altro stadio, diventerà un cavallo di Troia per nuovi supermercati». Sulla valutazione estetica dell’impianto si esprimeranno i tifosi. A quel che è dato sapere, esternamente — dove verranno installati impianti di sorveglianza studiati in Qatar! — lo stadio farà il verso al Colosseo, mentre all’interno le curve saranno concepite all’inglese e «staccate» dalle tribune (per intenderci, senza gli attuali Distinti).
MA CHI PAGA? Al termine della presentazione, comincerà la caccia ai soldi. In serata Pallotta offrirà una cena in piedi a possibili sponsor e investitori, mettendo sul piatto gustosi palchetti in tribuna e appetitosi negozi nell’area commerciale. In attesa di trovare chi si papperà le sostanziose infrastrutture. E a che prezzo...
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