rassegna stampa

Stadio Roma ok, dalla Regione via ai lavori. E la Raggi tratta

Scattati i 180 giorni per la Conferenza, il 5 marzo la chiusura. Mercoledì avvio della trattativa con Pallotta sulle cubature

Redazione

Mercoledì 14 settembre il presidente della Roma James Pallotta incontra la sindaca Virginia Raggi, presumibilmente anche il suo vice Daniele Frongia, chissà se pure l’assessore all’Urbanistica e Lavori Pubblici Paolo Berdini. Il tutto, ovviamente, per il nuovo stadio di Tor di Valle. Ma c'è anche un'altra data da segnare, scrive Alessandro Catapano su "La Gazzetta dello Sport": il 5 marzo scadono i 180 giorni concessi dalla legge, presumibilmente termina la Conferenza di servizi regionale, il dossier Tor di Valle è pronto a tornare in Comune per la firma della Convenzione urbanistica e la variante al piano regolatore, atti che precederanno, sempre che tutto nel frattempo sia filato liscio, la posa della prima pietra.

Come prescritto dalla legge di Stabilità del 2013, la Regione ha rotto gli indugi e fatto partire i 180 giorni a disposizione della Conferenza di servizi. Il conto alla rovescia è scattato il 6 settembre, quando alla Pisana sono arrivate le ultime integrazioni degli uffici del Comune. Mancava ancora il parere di conformità sulla pubblica utilità dell’opera, ma la Regione aveva fatto intendere che non avrebbe aspettato oltre e così è stato. I 180 giorni sono scattati, termineranno il 5 marzo, perciò tra lunedì e martedì saranno inviate le convocazioni per l’apertura della Conferenza, a cui parteciperanno solo i 4 rappresentanti istituzionali (Comune, Città Metropolitana, Regione, Governo) e quelli delle aziende coinvolte.

La vera notizia di ieri, almeno politicamente, è la disponibilità della sindaca e dei suoi collaboratori a verificare con Pallotta, già nell’incontro di mercoledì, se ci siano i presupposti per avviare una trattativa sul milione di metri cubi del progetto. Con l’obiettivo di ridurli, almeno di un terzo. È una strada molto impervia, perché i proponenti, che devono mantenere l’equilibrio finanziario dell’operazione, in cambio potrebbero chiedere una sforbiciata delle opere pubbliche che il dossier indica a loro carico. La sindaca sta riflettendo, bocciare pure lo stadio della Roma, dopo la candidatura olimpica, è troppo pesante anche per lei.