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SPQR Sempre Prima Questa Roma. I più forti del mondo? Oggi sono loro…

(Gazzetta dello Sport – A.Pugliese) È vero, i numeri sono freddi e spesso asettici.

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(Gazzetta dello Sport - A.Pugliese)È vero, i numeri sono freddi e spesso asettici. A volte, però, possono regalare emozioni forti. Come quelli che dicono che oggi la Roma è la squadra più forte del mondo, meglio di top team come Barça, Real Madrid, Psg, Chelsea, Bayern, Boca o Flamengo. Nessuno, dal Sudamerica all’Oceania ha il 100% di vittorie come i giallorossi. C’era riuscito lo Standard Liegi (pure per i belgi striscia iniziale di 9 su 9), che nel frattempo ha però incassato due k.o. e un pari. «Le 9 vittorie sono un traguardo eccezionale che vogliamo allungare, ma non valgono niente — dice Rudi Garcia — Io preferisco un bel piazzamento finale o un titolo, cose che restano».

OCCHIO AL CHIEVO  Già, è vero, i traguardi che contano si tagliano alla fine, gli «intertempi» sono indicativi ma lasciano il tempo che trovano. Anche se è sempre meglio arrivarci davanti a tutti. E il fatto che nessuno sia stato capace di fare ciò che ha fatto la Roma (l’Al Ahli negli Emirati Arabi e il W Connection a Trinidad hanno fatto 5 sue 5, ma il range di gare è minimo e i campionati di livello inferiore) è indicativo. I segreti? Tanti, a cominciare da una squadra che adora il suo allenatore per sincerità nelle scelte e gestione del gruppo («Tutti sanno che chi è in panchina oggi, può essere titolare domani», dice Garcia, che coinvolge i calciatori nelle scelte chiave tramite il Consiglio dei Saggi) e metodologie di allenamento (tanti lavori con la palla e una seduta ludica fissa, nell’antivigilia della gara). Il tutto ha creato un’alchimia speciale, rigenerando giocatori che sembravano persi: De Rossi ma anche Pjanic (a Trigoria stanno lavorando sul rinnovo del contratto, fumata bianca in una quindicina di giorni). «Ma io penso solo al Chievo, forse è la partita più difficile dall’inizio dell’anno — continua il tecnico francese, che ha studiato anche da psicologo e preparatore atletico — Essendo ultimo, l’ambiente pensa che sia una gara già vinta. Non è così, pensiamo a Napoli-Sassuolo. A Udine la squadra mi è piaciuta di più in 10, ha cercato di vincere anche in inferiorità numerica». Già, basta pensare a quel «Daje, che la vinciamo anche così» di De Rossi ai compagni dopo l’espulsione di Maicon, sintomo di forza mentale. E a chi a Garcia «rinfaccia» la fortuna, risponde: «La fortuna si provoca, non arriva da sola. È da inizio stagione che mostriamo carattere».

SANTA PERSONALITA'  Già, il carattere, il vero differenziale rispetto al passato. Chiamiamola anche personalità, quella che la Roma (approvato il bilancio della scorsa stagione, con un -43 milioni di euro) ha voluto portando a casa gente come De Sanctis («Sta succedendo qualcosa di meraviglioso e inatteso, ma il cammino è lungo e non dobbiamo abbassare la guardia — ha detto a Italia 1 — Garcia ha intelligenza, cultura e preparazione tattica. L’esultanza di Udine? Ho avuto problemi con la società, non con i tifosi»), Maicon («Quando entra in campo incute timore a compagni ed avversari» ha detto il d.s. Sabatini), Strootman (dopo la lite con Insigne, a Udine si è sfogato con Badu e Guidolin) e Benatia (in attesa di Totti è lui il vice di capitan De Rossi, la prossima settimana pagherà la cena promessa alla squadra). E la solidità difensiva (un gol subito in 9 gare) nasce anche qui, da fame e cattiveria agonistica.

SABATINI FIBROTICO Vietato parlare di scudetto però, anche se ci pensano tutti. «È una cosa che non ci riguarda, ma vogliamo difendere la posizione — dice il d.s. Sabatini a Rai Sport — Garcia è straordinario, le sue sostituzioni potrebbero essere giocate al lotto, non ne sbaglia una. E De Rossi e Totti hanno ritrovato una condizione d’anima incredibile». Poi il passaggio sulla Lazio («Non c’è sentimento di rivalsa per la Coppa Italia, è tanto se siamo sopravvissuti al k.o. Con Lotito guadagnavo 1/8 di oggi? Vero, lui indovina le scelte difficili e sbaglia le facili») e sul futuro: «Il calciatore quando si strappa perde elasticità, è un po’ la mia situazione, con uno stato d’animo fibrotico. Resterò? Se non mi cacciano sì, ma devo fare una Roma sempre più forte. L’Inter? Non mi ha mai cercato». Se lo farà, lo sapremo entro maggio.