rassegna stampa

Si rivede Strootman ma solo a piccole dosi «Roma, è bello così»

Ieri, oltre all'olandese, si è rivisto anche Castan che ha fatto lavoro differenziato e che piano piano proverà ad accelerare.

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Adesso, probabilmente, quel maledetto 9 marzo è davvero un po’ più lontano di prima. Perché tornare in gruppo, anche se da comprimario, ti regala sempre un’emozione particolare. Tanto da essere confermata poi su twitter: «Una bella sensazione tornare a fare qualche lavoro con la squadra», ha cinguettato Kevin Strootman. Da quel 9 marzo sono passati 218 giorni, oltre 7 mesi. Un tempo di recupero più lungo di quello classico per un infortunio (grave) come il suo: rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro. Ritardo legato alla scelta di Kevin di affidarsi in tutto e per tutto al protocollo di recupero olandese (seguito fin dal primo giorno di lavoro da Robin Massier, il suo fisioterapista di fiducia), più lento rispetto a quello solitamente utilizzato in Italia. 

WORK IN PROGRESS  Kevin, dunque, ieri ha partecipato al suo primo allenamento con il gruppo dal giorno dell’infortunio di Napoli.

Ha palleggiato, calciato (senza forzare), passato il pallone, corso un po’. Evitando i contrasti, ci mancherebbe altro, quel ginocchio vale più oro di quanto pesi. A ricordarcelo, pochi giorni fa, è stato proprio Pallotta, che a Londra ha ribadito come «Kevin sia assolutamente incedibile, anche di fronte ad un’offerta di 95 milioni di euro». Ed allora Strootman può davvero prendersi ancora tutto il tempo che vuole (e che gli serve) per recuperare, anche perché lui ha intenzione di «tornare in campo solo quando sarò davvero al 100% e potrò aiutare la squadra come voglio». Quel passo, molto probabilmente, arriverà a cavallo tra novembre e dicembre, ci vuole ancora un po’ — insomma — per poterlo riammirare in campo. E poi bisognerà dargli il tempo di riprendere confidenza con il campo, con le partite, con i contrasti e con il «ringhio» degli avversari. Anche se, conoscendolo, probabilmente il suo di ringhio sarà ancora più forte degli altri. 

RABBIA AGONISTICA  Per capirlo, ad esempio, bastava davvero allungare un occhio sul prato di Trigoria, durante l’allenamento di ieri. Era il solito Kevin, come se non fosse un giorno diverso dagli altri; pochi sorrisi, molta rabbia agonistica, quella positiva. Strootman è così, quasi glaciale, non si fa conquistare dalle emozioni, le domina interiormente con la voglia di tornare e il pensiero che vola «non alla prima partita, ma al primo gol». Kevin gestisce e domina tutto, senza mai farsi prendere d’assalto, senza mai cedere al lato sentimentale della vicenda. In cuor suo, però, ha apprezzato il fatto che Garcia lo abbia inserito lo stesso nella lista per la Champions e vuole ripagarlo di quell’iniezione di fiducia arrivando ad essere pronto per l’ultima partita del girone, la gara di ritorno con il Manchester City (10 dicembre). 

CASTAN E RIUNIONE Ieri, intanto, a Trigoria si è rivisto anche Castan (debilitato dalla gastroenterite e dall’ultimo sfortunato periodo), che ha fatto lavoro differenziato e che piano piano proverà ad accelerare. Il suo problema muscolare (tre ricadute) è risolto, uno dei tanti in cui è incappata la Roma in questo avvio di stagione. Anche per questo ieri lo staff tecnico (preparatori e fisioterapisti) si è riunito per capire cause ed effetti dei tanti infortuni muscolari (8 giocatori). Il tutto, proprio mentre Strootman, dall’altra parte di Trigoria, tagliava il via di una rincorsa tutta nuova.