Anche Sebino Nela, uno che nella Roma ci ha giocato prima e adesso ci lavora, dice che «deve intervenire la società». E' evidente: la vicenda Totti-Spalletti è sempre più grande da gestire. Prandelli ci va giù più duro: «Non si può delegare la gestione di una vicenda così importante, e con un personaggio dello spessore di Francesco, al solo allenatore. È un errore clamoroso quello commesso dalla società, da una dirigenza assolutamente assente. In questa vicenda, paradossalmente, hanno ragione tutti: Totti è Roma, è una risorsa che andava coltivata diversamente e il fine carriera andava accompagnato in un altro modo».
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«Sbaglia la società» «Sì, ma parlatevi Così perde la Roma»
"La società dovrebbe dire: siamo pronti a rinnovare il contratto al giocatore oppure si ritiene di non avvalersi più per il futuro delle sue prestazioni tecniche. Altrimenti si va avanti solo per illazioni" ammette Pruzzo
Una questione talmente tanto grande che molti ex romanisti preferiscono non intervenire, perché legati a Totti, a Spalletti o ad entrambi, scrive Chiara Zucchelli su "La Gazzetta dello Sport". Roberto Pruzzo nomina ancora la società: «Deve prendere posizione e anche in fretta, magari con un comunicato. Se si facesse chiarezza poi tutti se ne farebbero una ragione. La società dovrebbe dire: siamo pronti a rinnovare il contratto al giocatore oppure si ritiene di non avvalersi più per il futuro delle sue prestazioni tecniche. Altrimenti si va avanti solo per illazioni».
Ubaldo Righetti ricorda: «Quando giocavo io c’era chi giocava a carte e chi faceva tardi perché ci si riuniva in una stanza a mangiare tramezzini durante l’anno dello scudetto. Poi ci sono gli allenatori che lo vietano e altri no. C’è una situazione di grande disagio: un allenatore che viaggia da solo e il giocatore più rappresentativo che non si espone, entra in campo e fa la sua prestazione. Lui ha un popolo dietro e Spalletti così perderà sempre. Chi ci rimette? Io dico la Roma».
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