rassegna stampa

La santa trinità di Roma: ritmo, lavoro, passaggi

Se un anno fa ci avessero detto come una Roma senza De Rossi e Strootman avrebbe dominato in mediana, sarebbe sembrata una barzelletta. Tanto merito, ovviamente, va ad un grande vecchio come Seydou Keita

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L’impressione è che gli dei del calcio, domenica, vogliano divertirsi sul serio. Lo supponiamo perché – quasi per riequilibrare i calendari – la Juventus che ha avuto un giorno in meno di riposo ha più scelta in mediana, mentre la Roma, vista l’assenza degli infortunati De Rossi e Strootman, si affida ancora una volta alla trimurti Nainggolan, Pjanic e Keita. Per i tre, a Torino, sarà la quarta partita consecutiva in 12 giorni, eppure – numeri alla mano – vedete qui a fianco come rendimento dei giallorossi sia fantastico. Non solo. Pjanic, ad esempio, nelle due partite di Champions è stato quello che ha corso di più tra tutti i centrocampisti che domenica scenderanno in campo allo Juventus Stadium (ed è anche tra i top di tutta la Coppa).

«La sconfitta non esiste» Ciò che impressiona di più, però, è che se un anno fa ci avessero detto come una Roma senza De Rossi e Strootman avrebbe dominato in mediana (cosa successa anche a Manchester), sarebbe sembrata una barzelletta. Tanto merito, ovviamente, va ad un grande vecchio come Seydou Keita, che ieri, da leader nei passaggi riusciti (92,6% contro l’89,8% di Marchisio) ha tracciato ancora una volta la rotta. «Non mi piace esser troppo mediatico, preferisco fare il mio dovere – ha detto a Roma tv –. È più importante che lo staff e i compagni siano contenti del mio lavoro. Comunque mi sembra che la gente apprezzi il mio lavoro. Dobbiamo fare come i grandi club: se non si vince, si pareggia. Ma non si perde mai. Con la Juventus dobbiamo tenere di più il pallone, col City lo abbiamo fatto poco e non va bene. Dobbiamo migliorare. Si deve sempre ricercare il massimo, soprattutto in gare così. Giocando come sappiamo, possiamo vincere ovunque. Dobbiamo pensare che, perdendo, potrebbero arrivare momenti difficili e noi dobbiamo averne timore di questo. Non ci devono essere, né ora né, speriamo, in futuro. La parola sconfitta deve essere cancellata dalla nostra mente. Guardiola e Garcia? Amano che i loro calciatori giochino bene. E’ più facile vincere giocando bene. Apprezzano giocatori di personalità e ad entrambi vogliono il possesso palla. Difendendosi e basta si vince solo con i calci piazzati o con la fortuna, ma è una cosa che non succede sempre. Con Garcia spero di vincere anche solo la metà di quanto vinto con Pep».

Classifiche in parità. Dalle parole di Keita traspare una sicurezza assoluta, che sarà utile in vista di domenica perché – è bene ricordarlo – nelle 4 uscite della Roma americana allo Juventus Stadium c’è stata solo bufera (14 gol subiti e 1 segnato). Il centrocampo, quindi, è la chiave, e dai dati a fianco si nota come il miglior giallorosso in mediana sia sempre migliore o pari (nei tiri e nei contrasti) del miglior bianconero. Ma una domanda allora fiorisce: sicuri che la sfida sia alla pari? Certamente, perché nelle 6 classifiche stilate dalla Lega di A, infatti, si nota come la Juve sia in testa in 3 (tiri dentro, supremazia territoriale e pericolosità) e la Roma in 3 (possesso palla, palle giocate e passaggi riusciti). Ma attenzione: quando i bianconeri non sono primi sono secondi, mentre i giallorossi – se non sono al vertice sono all’ 8° (tiri), al 3° (supremazia) e al 4° posto (pericolosità). Corollario: se il centrocampo giallorosso reggerà al super lavoro (supportato magari dagli attaccanti), la sfida sarà da leccarsi i baffi. E in mezzo al campo, si salvi chi può.