rassegna stampa

Roma, vietato distrarsi Il baby Feyenoord cresce

I sorteggi di Europa League hanno decretato la prossima avversaria europea della squadra giallorossa contro la quale bisognerà stare molto attenti: il Feyenoord.

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Una stagione iniziata malissimo (una vittoria nelle prime 6 partite di Eredivisie e l’eliminazione dalla Coppa d’Olanda alla prima uscita con i Go Ahead Eagles) e rimessa in carreggiata ad autunno inoltrato. Ma era tutt’altro che facile, visto che in estate il Feyenoord ha perso tre-quarti della difesa (Janmaat, De Vrij e Martins Indi, titolari non solo a Rotterdam ma anche nell’Olanda) e il miglior marcatore italiano in Europa della passata stagione, Graziano Pellé. Non è finita qui: le valigie le ha fatte anche il tecnico Ronald Koeman, sostituito da Fred Rutten, allenatore diesel che ha bisogno di tempo per carburare. Anche perché se il sostituto di Pellè si chiama Kazim-Richards, 26 reti nelle ultime 10 stagioni, un piano B doveva essere per forza elaborato.

VIVAIO salvagente L’ancora di salvezza della squadra è sempre stato il vivaio, da anni votato il migliore d’Olanda davanti a quello dell’Ajax. Un dato dice più di mille parole: nella rosa dei 23 di Van Gaal all’ultimo mondiale, 10 recavano il marchio Feyenoord. I giovani, assieme all’economista Eric Gudde (d.t. del club dal 2011), hanno salvato il club dalla bancarotta, portando nelle casse 50 milioni di euro in 4 anni. Una cifra destinata a essere incrementata nei prossimi anni dai vari Clasie, Vilhena, Boetius, Kongolo, Van Beek e Manu. Quest’ultimo ha fatto faville proprio in questa Europa League, passando da un possibile taglio (il suo nick, «Manutelli», spiega tutto) a nuova icona del popolo del Kuip.

STROOTMAN I veterani al Feyenoord vanno poco di moda: Mathijsen e Boulharouz sono in panchina, mentre l’unico imprescindibile è il mediano El Ahmadi, convinto da Cannavaro a lasciare il Qatar e a tornare in Europa («uno con la tua intelligenza tattica non può restare qui», furono le parole del Fabio nazionale). Un brutto cliente per Strootman, cresciuto nell’altra metà calcistica di Rotterdam, quella dello Sparta, divisa dal Feyenoord da una rivalità aspra sin dai soprannomi affibbiati dalle tifoserie ai rivali: kakkerlakken (scarafaggi, Feyenoord) contro junks (tossici, Sparta).