Attaccare gli spazi, allargare il campo il più possibile per giocare con la massima ampiezza. E se possibile accompagnare sempre, cercando però di tenere la squadra corta: è questa la filosofia della Roma in fase offensiva, quella su cui Luciano Spalletti sta cercando di lavorare in questa seconda parte del ritiro estivo di Pinzolo, scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport".
rassegna stampa
Roma, un dna d’attacco. Ecco il diktat Spalletti
Il dna offensivo dei giallorossi di Spalletti si era visto anche nei cinque mesi della scorsa stagione: in tutto 49 gol in 19 partite, media di ben 2,57 reti a gara
A gestire i ritmi iniziali sono sempre i due centrali e il playmaker basso, soprattutto se si gioca con il 4-3-3 e se la squadra viene pressata. Lo scopo è comunque quello di liberare una fascia, ipotizziamo quella sinistra, con il Mario Rui di turno che gioca la palla sull’attaccante sinistro (Perotti). Il tutto mentre la mezzala sinistra (Strootman) ha già tagliato in verticale, con Perotti che poi scambia con la punta centrale (Dzeko) che poi gliela ridà. E a questo punto Perotti ha tre opportunità: o giocare sul taglio dell’altra mezzala o giocare sul taglio in verticale precedentemente effettuato da Strootman o eventualmente cercare Mario Rui sulla sovrapposizione. La variante è nei piedi di Dzeko.
Il dna offensivo della Roma di Spalletti si era visto anche nei cinque mesi della scorsa stagione: in tutto 49 gol in 19 partite, media di ben 2,57 reti a gara. Spalletti vuole più o meno lo stesso giochino anche quest’anno, con 6-7 giocatori pronti a riversarsi nella metà campo avversaria per provare a dominare la partita e l’avversario. E questo anche a rischio di subire qualche ripartenza in parità numerica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA