rassegna stampa

Roma, poca bellezza. Vazquez, gol per Conte

Partita con poca bellezza, soprattutto se si pensa che ancora una volta gli ultrà hanno insultato il presidente Pallotta e il d.s. Baldissoni

Redazione

Può essere che Garcia abbia ragioni inoppugnabili quando dice che la Juve è «irraggiungibile» e «non si possono illudere» i tifosi dicendo il contrario. Certo è però che le sue parole, dopo aver perso 1-2 contro un Palermo B (cioè in avvio senza i titolari Dybala, Andelkovic, Rispoli e Rigoni) virtualmente in vacanza e aver fatto 15 punti in meno della scorsa stagione, perdono un po’ di valore, anche per la prestazione senz’anima messa in vetrina davanti a oltre 45.000 persone che avrebbero solo voglia di far festa dopo la vittoria nel derby.

Decide la rete (in fuorigioco) di Belotti nell’ultima azione, dopo il vantaggio di Vazquez su rigore pareggiato da capitan Totti, ancora una volta capocannoniere giallorosso con 10 gol e a quota 299 in giallorosso (c’è chi dice 300, ma l’Uefa assegna una rete in meno: quella al Bayer Leverkusen nel 2004, autogol). Tutto questo in una prova complessivamente deficitaria da parte della Roma, soprattutto da chi si aspettava un po’ di spettacolo da seconde linee di gran lusso e di gran costo (il fischiatissimo Doumbia, Paredes, Uçan innanzitutto). L’unica bella notizia per i giallorossi è il ritorno in campo di Balzaretti, assente dal 10 novembre 2013, mentre i rosanero sfoggiano come fiore all’occhiello l’aver fatto, nel ritorno, più punti in trasferta che in casa. Partita con poca bellezza, soprattutto se si pensa che ancora una volta gli ultrà hanno insultato il presidente Pallotta e il d.s. Baldissoni, prendendosela persino con l’ex presidente Rosella Sensi.

TOTTI GOL Garcia sceglie un modulo con Ljajic trequartista dietro la coppia, male assortita, Totti-Doumbia. L’ivoriano ancora una volta delude, mentre il capitano trova l’unico spunto solo sui titoli di coda, chiudendo però almeno la stagione in doppia cifra. In mediana i baby Paredes e Uçan danno poca velocità, mentre Florenzi e Balzaretti almeno ci provano. Male invece la coppia composta da Astori e Spolli, che commette il suo quinto fallo da rigore in A su cross di Chochev. Il penalty è segnato dal migliore in campo, Vazquez, al 10° gol, che dà così ottime notizie al c.t. Conte, perché riesce a far girare l’orchestra rosanero con buon ritmo, grazie anche alla buona prova in due ruoli di Quaison, utile prima sulla fascia e poi da interno. Iachini, alla centesima panchina in A, si dimostra abile a imperniare la difesa su Gonzalez, mentre Maresca smista la palla bene davanti alla difesa. Ne consegue che tocca Skorupski meritarsi nella prima frazione la palla di migliore dei suoi con una gran parata su colpo di testa dello stesso Maresca.

LA TERNA SBAGLIA Conclusi primi 45’ senza un tiro nello specchio della porta (alla fine saranno 2), la Roma si sveglia un po’ nella ripresa soprattutto grazie all’inserimento di Pjanic, oltre a quello di Nainngolan. La migliore occasione però è sempre del Palermo, quando Belotti liscia davanti al portiere un buon cross del subentrato Della Rocca. Tutto però ruota attorno a Vazquez che - oltre a colpire un palo esterno da angolo - attira fuori De Rossi e smista per gli inserimenti degli interni e i tagli dei giocatori di fascia. Buon per i giallorossi che i ritmi si alzino, consentendo a Florenzi e Balzaretti si restare stabilmente alti, facendo così scivolare De Rossi nella posizione di terzo centrale. La pressione produce il gol del pari, con Totti che, servito da Nainggolan, scavalca con classe il portiere. E’ il momento migliore per i giallorossi, che impegnano Sorrentino con Pjanic (40’) e reclamano per due falli di mano in area di Gonzalez e Della Rocca. Quando il pari sembra scritto, però, sempre su cross di Vazquez è Belotti a segnare in fuorigioco, ma nessuno fa una piega. Neppure il pubblico che alla fine ha dovuto riservare le uniche esultanze agli inutili gol del Napoli alla Lazio. Come dire, gioie da Grande Raccordo Anulare. E se il Palermo può festeggiare un meritato 11° posto a pari merito, l’impressione è che la Roma, per esultare davvero, in futuro dovrà dare molto di più.