Quello di ieri sera non è stato il primo gol di Manolas con la Roma, ma è certamente il più importante. Per i tre punti ma anche per tutta la rabbia che la squadra si portava dietro dopo le sconfitte di Firenze e Torino. Rabbia che, da sempre, fa compagnia al greco. E infatti al fischio finale se ne stava andando nello spogliatoio sbraitando contro non si sa chi, senza salutare nessuno. Ci ha pensato Spalletti a placcarlo, bloccandolo e abbracciandolo, e lo sguardo divertito di Manolas è diventato virale quando ancora all’Olimpico si sentivano le note di «Grazie Roma». Simbolo di una serenità ritrovata e pazienza, almeno per una notte, nonostante la difesa continui a sbandare spesso, scrivono Zucchelli e Oddi su "La Gazzetta dello Sport".
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Roma, la ricetta Champions: «La continuità»
Strootman lancia un messaggio ai suoi compagni: «Dobbiamo giocare nello stesso modo sia in casa che in trasferta, io per primo. Non possiamo perdere così tanti punti per strada»
La porta l’aveva già trovata a Cagliari Kevin Strootman, che ammette: «Dobbiamo giocare nello stesso modo sia in casa che in trasferta, io per primo. Non possiamo perdere così tanti punti per strada». La prossima partita lontano dall’Olimpico sarà a Napoli dopo la sosta: «Questa vittoria ci consente di avere un po’ di serenità e di guardare avanti. Era importante per noi e per i tifosi. Dovevamo segnare prima il secondo gol, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e questa è l’unica cosa che conta».
«Se sapessimo cosa ci succede certe volte sarebbe tutto più facile. L’aspetto men tale ci condiziona: la palla è la stessa, i campi pure, anche i tifosi. Dobbiamo lavorare di più – chiosa Strootman – senza guardare la Juventus e chi ci sta davanti». Anche perché, come ammette De Rossi «la Juve sembra disumana: hanno una cattiveria che noi invidiamo, vincono anche quando fanno partite mediocri. La fascia di capitano? Mi è dispiaciuto perderla per un mese, ma è una decisione che ho accettato».
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