Il Milan di questi ultimi tempi sarà anche il peggiore dell’epoca Berlusconi, ma la Roma non è mai riuscita a batterlo a San Siro da quando la proprietà è americana. Nonostante Barbara Berlusconi più volte abbia citato il club di Trigoria come esempio, dal marketing (vedi l’accordo con la Disney) alla biglietteria passando per comunicazione e dirigenza sportiva (non è un segreto che l’a.d. rossonero volesse sia Sabatini sia Fenucci), Di Benedetto prima e Pallotta poi non hanno mai esultato per un successo al Meazza contro il Milan.
rassegna stampa
Una Roma da export per la Champions
Garcia chiede ai giocatori di mantenere i buoni risultati in trasferta, che quest’anno hanno tenuto a galla la Roma nei momenti peggiori visto il rapporto di amore-odio con l’Olimpico
A SECCO L’ultimo rimane quello del dicembre 2010, quando Borriello era ancora un punto fermo della Roma e la triade dirigenziale era composta da Pradè, Conti e Montali, con quest’ultimo che decise di regalare un iPad ad ogni giocatore dopo la vittoria. Da quel momento la Roma ha racimolato soltanto 2 punti su 9: con Luis Enrique ha perso 2-1 (gol di Osvaldo e doppietta di Ibra), nelle stagioni successive 0-0 nel 2012-2013 e 2-2 un anno fa, con le reti romaniste segnate da Destro e Strootman. Quest’anno, con un Milan ormai allo sbando, l’occasione sembra quella giusta anche se, dopo De Sanctis, anche Garcia a Trigoria ha battuto sullo stesso tasto: «Guai a sottovalutarli».
TRADIZIONE Il tecnico chiede ai giocatori di mantenere i buoni risultati in trasferta, che quest’anno hanno tenuto a galla la Roma nei momenti peggiori visto il rapporto di amore-odio con l’Olimpico: alla vigilia dell’ultima partita giocata lontano dalla capitale, la squadra su 17 incontri disputati ne ha vinti più di metà (8), pareggiati 6 e persi soltanto 3, di cui due molto difficili, quelle contro Juventus e Napoli, e un’altra sempre a San Siro contro l’Inter. Lo scorso anno, dopo 17 partite, era andata ancora meglio: 11 vittorie, 4 pareggi e 2 sole sconfitte. Neanche a dirlo, sempre allo Juventus Stadium e al San Paolo. Segno che, evidentemente, la Roma soffre le grandi squadre affrontate nel proprio stadio. Stavolta però è diverso, perché il Meazza rossonero incute meno ansia rispetto al recente passato.
RIVOLUZIONE E senza farsi condizionare dal fatto che, rispetto alla partita dello scorso anno (giocata il 16 dicembre 2013) sono soltanto 4 i giocatori che domani potrebbero partire dall’inizio: tolto De Sanctis, la difesa è rivoluzionata, visto che Maicon e Castan sono infortunati, Benatia ha gli incubi dovuti a Messi, Dodò è infortunato; a centrocampo Bradley è in America, Strootman k.o. e l’unico reduce è De Rossi, in attacco Destro ha cambiato maglia e Gervinho e Ljajic sono entrambi in difficoltà. La certezza è sempre Garcia, anche se oggi è un po’ meno saldo, sereno e felice rispetto a una stagione fa. La sua speranza è che, cambiati giocatori e atteggiamento, cambi anche il risultato. E arrivino i tre punti, necessari per quella Champions di cui il Milan in passato era uno dei punti fermi. Ma questa è un’altra storia.
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