Ci sono graffi che si curano con un sorriso, altri invece che si infettano per averli sottovalutati. La conferenza di sabato di Garcia, in fondo, è il classico esempio di come l’apparente serenità del dopo partita domenicale, nasconda tensioni che forse solo il presidente Pallotta, nel vertice di giovedì a Londra, riuscirà a placare. Intanto il calendario delle partenze è deciso: oggi si muoverà il d.g. Baldissoni e domani toccherà al d.s. Sabatini. Come dire, prima dell’arrivo di Garcia da Parigi, ci sarà una riunione solo tra vertici societari.
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Ora la Roma detta le regole a Garcia. Ma Rudi ci starà?
In un’annata con diverse malinconie, l’unica vera autocritica pubblica è stata quella del d.s. Sabatini dopo il mercato di gennaio
Da Trigoria in molti fanno sapere che l’allenatore, rivelandolo a sorpresa ai media (anche questa cosa non gradita), si sia autoinvitato a un incontro in realtà solo dirigenziale. Due giorni fa comunque è stato proprio Sabatini a parlare chiaro: «Garcia ha sbagliato la recita di fine anno, le sue opinioni non sono state molto gradite». E a poco è valsa la difesa del francese: «Volevo proteggere la società». Il club ha mugugnato non poco, anche per la precisazione: «Se non avessi parlato di scudetto dopo la partita con la Juve, non saremmo arrivati neppure in Europa League». In realtà alla Roma sono convinti di avere messo a disposizione di Gracia una buona squadra, forse un po’ sopravvalutata, ma in grado senz’altro di fare più strada in Coppa Italia ed Europa League. Se il mercato tutte le parti dicono sia stato concordato, di certo il tecnico ha scelto il preparatore, Paolo Rongoni, che non ha trovato lo giusto feeling con lo staff medico (e viceversa).
In un’annata con diverse malinconie, l’unica vera autocritica pubblica è stata quella del d.s. Sabatini dopo il mercato di gennaio. Ecco, adesso Pallotta pretenderà chiarimenti prima di decidere quale budget licenziare per la prossima stagione. Un anno fa fu di circa 15 milioni, adesso non è detto che si possa ripetere visto la tagliola del fair play finanziario che imporrebbe di spendere quanto si introita. Per fortuna ci sono i 50 milioni circa della Champions, però fare un budget è più complicato di quanto si creda visto che viene fatto tenendo conto degli ingaggi e delle rateizzazioni nei pagamenti, quelle passate e quelle future. Morale: meglio non aspettarsi enormi iniezioni di denaro, ma una nuova ridefinizione delle priorità. Ovvero: a decidere è il club su tutti gli aspetti, a cominciare dalla preparazione per finire con la comunicazione.
Non è un caso che il nuovo preparatore, il canadese Darcy Norman, sia già a Roma (dove ha già trovato casa e iscritto i figli a scuola), mentre come supervisore medico si fa il nome dello statunitense Brain Mc Keon. Intendiamoci, nessuno vuole esonerare Garcia – che ha un contratto in essere fino al 2018 – tant’è che ieri Sabatini ha detto «Resterà di sicuro», ma di certo gli si chiederà se sia soddisfatto di restare in un club che ha certe regole e certi parametri da rispettare anche a livello di espressione del pensiero. Per il francese, in fondo, contano due cose, che riportiamo affidandoci alle sue parole: 1) «L’importante è che i soldi siano spesi bene»; 2) «L’importante è che non si illudano i tifosi». Al momento siamo convinti che il punto d’incontro si possa trovare, ma ormai a Roma nessuno si sorprenderebbe davvero se Garcia, dopo Londra, decidesse di salutare con un inchino. La voglia di crescere, però, resta tutta. E anche ieri, in una iniziativa ai Musei Capitolini promossa dalla fondazione benefica «Roma Cares» – l’arte spiegata ai bambini da uomini del calcio – ieri Sabatini ha detto: «Se la Roma riuscisse a competere per lo scudetto, iniziative del genere avrebbero un altro peso». Proprio vero.
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