rassegna stampa

Roma ai saluti di fine anno. Lavori «extra» per Burdisso

(La Gazzetta dello Sport – M.Calabresi) – L’ultima campanella è suonata alle 12, dopo un’ora più di ricreazione che di lezione.

Redazione

(La Gazzetta dello Sport - M.Calabresi) - L'ultima campanella è suonata alle 12, dopo un'ora più di ricreazione che di lezione.

Per sudare ci sarà tempo, prima un mese e mezzo per scaricare le scorie di una stagione, dimenticare il professor Luis Enrique e riprendere confidenza con i metodi del professor Montella, pronto a riprendersi la cattedra. Sarà interessante vedere la faccia di Vincenzo nel momento in cui sfoglierà il registro: si ritroverà davanti una classe di alunni completamente nuova, più giovane, un po' indisciplinata ma — frase che nei colloqui con i genitori è un must — con tanto interesse per la materia.

Tutti a casa La mattinata se n'è andata via così, tra tanti sorrisi e senza discorsi di Luis Enrique, anche perché tutto quello che il tecnico aveva da dire alla squadra e alla città lo aveva già fatto. Ieri spazio al divertimento: lo staff tecnico si è «infiltrato» partecipando al torello, mentre nella partitella i portieri erano Cassetti e Osvaldo. Se il primo, in scadenza di contratto, era all'ultimo giorno in maglia giallorossa, il secondo non è certo che resti in giallorosso.

Trasloco E così, mentre lo staff metteva su una partita con l'ufficio stampa e gli altri addetti di Trigoria, i giocatori erano già fuggiti negli spogliatoi: tanta la fretta di svuotare l'armadietto, alcuni sono già partiti, altri (Borini e ancora Totti) si sono goduti gli Internazionali di tennis. Tra quelli che fanno tappa fissa al Foro Italico c'è pure Lamela, che si accoda al gruppo dei dispiaciuti per l'addio di Luis Enrique e dice: «Montella? Non so nulla; io resto di sicuro». Il rito dell'armadietto non ha risparmiato neanche la truppa spagnola al seguito di Luis: il trasloco proseguirà con più calma nei prossimi giorni, ma all'uscita dello spogliatoio dei tecnici si sono già visti i primi scatoloni.

Eccezione Ultimo giorno di lavoro, ma non per tutti: per Nicolas Burdisso, anzi, è uno dei primi. La sera del 15 novembre, un fulmine squarciò la notte di Roma, con le drammatiche immagini che arrivavano dalla Colombia: sei mesi dopo quella maledetta partita (per lui e per la Roma, viste le prestazioni di chi ha preso il suo posto), l'argentino è tornato ad allenarsi con il gruppo. Il ginocchio sinistro risponde bene, il tono muscolare sta tornando quello solito e Burdisso non andrà in ferie: rimarrà fino al termine del mese ad allenarsi con il preparatore Luca Franceschi e con la Primavera, poi tornerà in Argentina e perfezionerà la condizione atletica, per provare a presentarsi a Riscone al pari dei compagni. [...]