(Gazzetta dello Sport - S.Vernazza) Il primo fu Eugenio Mosso, nel 1914. Il primo oriundo argentino a giocare nella Nazionale italiana, vogliamo dire. Mosso disputò un’unica partita, in amichevole contro la Svizzera. L’ultimo Pablo Daniel Osvaldo, centravantiribelle della Roma. Sono venti gli italiani d’Argentina e la lista contiene molta gente di talento: gli «angeli dalla faccia sporca» Angelillo, Sivori e Maschio, i campioni del mondo Monti, Orsi, Guaita, Demaria, e Camoranesi, l’attaccante Cesarini che faceva gol nei minuti finali, da cui la cosiddetta zona Cesarini. Italiani e argentini, una faccia una razza. Si calcola che circa 25 milioni di argentini abbiano radici italiane. Un’enormità, dato che l’Argentina conta 40 milioni di abitanti. Non è casuale che ieri, in Vaticano, Alejandro Sabella, c.t. della Selecciòn, abbia detto: «Noi e gli italiani siamo come fratelli».
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Quante sfide per Osvaldo
(Gazzetta dello Sport – S.Vernazza) Il primo fu Eugenio Mosso, nel 1914. Il primo oriundo argentino
Il passato - Il problema è che dalle parti di Buenos Aires non vedono di buon occhio chi ripudia l’Argentina per giocare nell’Italia. C’è chi ha detto no, come Mauro Icardi dell’Inter, che tempo fa declinò l’invito di Cesare Prandelli a farsi azzurro. Altri cadono in tentazione. Il quotidiano sportivo Olé ha definito Osvaldo «el infiltrado de Italia». E breve è il passo da infiltrato a traditore. Osvaldo ha ottenuto la cittadinanza italiana grazie ad antenati di Filottrano, nelle Marche, ma è nato e cresciuto in Argentina ed è argentino dentro. Ha scelto poi di giocare per l’Italia. Il debutto contro l’Irlanda del Nord nel novembre del 2011. Finora otto presenze, tre gol una doppietta alla Bulgaria e una rete in Armenia: segnature pesanti, in partite valide per le qualificazioni al Mondiale 2014 e molte intemperanze. Per esempio l’espulsione contro la Danimarca gli è costata tre giornate di squalifica e l’ultimo turno di sospensione il giocatore lo sconterà il 6 settembre a Palermo, contro la Bulgaria. Osvaldo bello e maledetto, abbonato al codice etico di Prandelli. Ha violato più volte il regolamento interno della Nazionale e ha pagato conti salati. Si è perso l’Europeo del 2012 perché il c.t. lo aveva visto «troppo nervoso». Si è «fumato» la Confederations Cup 2013 per lo sbrocco nell’ultima finale di Coppa Italia con la Lazio, la premiazione disertata e gli insulti via twitter all’allenatore Andreazzoli. Si spera che non onori la regoletta del non c’è due senza tre, che non butti via il pass per il Mondiale 2014. Sarebbe curioso, visto che Prandelli l’altro giorno ha consegnato a lui e a Balotelli le chiavi dell’attacco azzurro: «Possono diventare una coppia straordinaria». Quei due possono combinare di tutto, in campo e fuori.
Il futuro - Osvaldo non ci sta più dentro, sottinteso a Roma e nella Roma. I rapporti con società e ambiente si sono consumati e logorati. Difficile prevedere che cosa accadrà da qui alla fine del mercato. Un gruppo di tifosi lo ha contestato in ritiro e lui ha risposto: «Vi vengo a prendere uno per uno». Rudi Garcia vorrebbe che rimanesse perché lo ritiene il miglior centravanti del mazzo giallorosso. Walter Mazzarri da Milano lo corteggia e l’Inter, se non riporterà a casa Eto’o, cercherà di prendere Osvaldo negli ultimi giorni di mercato. Di sicuro c’è che lui all’estero non intende andare. Ha già rifiutato Southampton e Zenit. Vorrebbe restare in Italia, vicino ai radar di Prandelli, perché l’obiettivo finale di questa stagione è il Mondiale.Nell’attesa di capire e di sapere, stasera Osvaldo giocherà contro se stesso, contro la sua Argentina. Speriamo che i suoi connazionali non lo provochino. È l’amichevole del Papa, guai a violare l’etica (e l’etichetta).
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