rassegna stampa

Quando vennero da Milanello con 150 milioni per Totti…

Nel 1988 Berlusconi mandò un dirigente rossonero a via Vetulonia, casa Totti, allora neppure dodicenne, a fare la corte con ben centocinquanta milioni di lire. Mamma Fiorella disse no

Redazione

Quella tra Francesco Totti ed il Milan è una storia mai scritta, nonostante sia stata annunciata più volte. Per primo da Silvio Berlusconi, che nel 1988 non era ancora sceso in politica ma nel calcio c’era dentro, da almeno un paio d’anni. E di scarpe avrebbe voluto gustare da vicino anche quelle di Totti. Così mandò un dirigente rossonero a via Vetulonia, casa Totti, allora neppure dodicenne, a fare la corte. Centocinquanta milioni di lire per mamma Fiorella e papà Enzo, Totti a Milanello e chissà come sarebbe andata, chissà come sarebbe oggi, 28 anni dopo.

Mamma Fiorella disse no. La Roma arrivò dopo, per fortuna solo dal punto di vista temporale, scrive Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport". Ci sono state un paio di estati in cui il vecchio corteggiatore ha rischiato di mandare all’aria quella straordinaria storia d’amore tra Totti e la Roma. Estate 2003, innanzitutto. Francesco chiude un anno complicato con la maglia giallorossa, perde a San Siro una Coppa Italia e nel sottopassaggio confessa a qualche milanista la possibilità di giocare in rossonero, la voglia di alzare trofei. Non nascerà mai una vera trattativa tra Roma e Milano. Quando Francesco provocò con quel «Berlusconi potrebbe diventare il mio presidente», Roma per un attimo tremò, tremò forte. Sarebbe stato peggio del 1988.

Peggio pure del 2005, altra puntata del corteggiamento. Milano è sempre rimasta lassù, lontana dagli occhi se non dai pensieri. Nel 2007 Berlusconi disse al mondo intero: «Totti? Lo sapete come la penso, le bandiere di altre squadre non si comprano». Era solo l’ultimo messaggio di un innamorato arresosi a vivere un amore platonico.