(Gazzetta dello Sport - A.Pugliese) Nella Roma multinazionale (ieri al Bentegodi, tra i giallorossi erano rappresentate ben 9 nazioni differenti) c’è un’onda slava che va sempre più veloce verso traguardi prestigiosi. Nasce dal talento di Ljajic e dalla fantasia di Pjanic, aspettando un giorno (chissà) di vedere in campo anche Tin Jedvaj. Per ora, però, i due eredi dell’ex Jugoslavia di Tito stanno mettendo più marchi possibile su questo secondo posto, lasciando il segno come è successo anche nella sfida di ieri. Perché se è vero che Pjanic è partito per la seconda volta consecutiva dalla panchina (era già successo martedì contro la Juventus), è anche vero che a sbloccare la gara ci ha pensato proprio Adem Ljajic, con un tocco morbido sulla magnifica accelerazione di Gervinho.
rassegna stampa
Prima Ljajic, poi Pjanic Garcia gode sempre
(Gazzetta dello Sport – A.Pugliese) Nella Roma multinazionale (ieri al Bentegodi, tra i giallorossi erano rappresentate ben 9 nazioni differenti) c’è un’onda slava che va sempre più veloce verso traguardi prestigiosi.
DI NUOVO NOI «Il Verona si è difeso bene per un tempo intero, dove dovevamo trovare più spazio per andare a giocare», dice l’attaccante serbo, che prima della partita era stato quasi profetico. «Vincere con un mio gol? Speriamo», aveva detto nell’intervista pre-partita. È stato quasi così, perché il suo gol ha spaccato una partita che sembrava bloccata. «Il Verona finora aveva fatto sempre molto bene, ma i pareggi di sabato di Juventus e Napoli ci avevano dato una carica in più — continua Ljajic —. È tornata la Roma di inizio stagione, abbiamo vinto cinque gare di fila, il successo contro la Juventus è stato importante. E poi quanto è bello giocare con Gervinho...». Già, anche perché dopo l’accelerazione che gli ha permesso di segnare la prima rete, Adem ha quantomeno un debito di riconoscenza verso l’ivoriano...
BISOGNA CREDERCI La seconda panchina consecutiva, invece, non ha turbato Miralem Pjanic, che anche ieri è entrato nell’ultima mezz’ora, provando a risolvere la partita come già era successo proprio contro la Juventus. «Non sto benissimo, ho un piccolo problema al ginocchio che spero di risolvere in fretta — dice il bosniaco —. La nostra forza è la rosa, il mister conta su tutti. Puntiamo in alto, la squadra ci crede, ha fiducia e gioca bene. Sono sincero, se a fine stagione non arrivassimo almeno secondi sarebbe una delusione. Ma il campionato è lungo e ancora aperto, ci crediamo». Già, anche perché la Juve viene da due passi falsi, proprio contro le romane. «Ed infatti la vittoria di Verona è una bella impresa per questo — continua Pjanic —. Sapevamo che era un campo difficile, negli ultimi due anni abbiamo sempre faticato qui. Ma volevamo vincere ed alla fine la squadra ha risposto bene. Forse non è stata la migliore Roma della stagione, ma l’importante erano i tre punti». E fondamentale è stato proprio il gol del suo amico Adem. «Il Verona non ci lasciava spazi per giocare, la sua rete è stata essenziale. Il rigore? A volte li fischiano, a volte no, a me è successo a Torino. Bisogna accettare le decisioni dell’arbitro, come abbiamo fatto noi per i rigori non concessi a inizio stagione».
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