Monta lentamente, quasi come la lava che esce dal vulcano. Ma alla fine la rabbia dell’Udinese arriva e sembra esplodere con la stessa forza d’urto di un’eruzione. Sarà perché c’erano già stati gli episodi con Cesena e Milan o sarà che l’Udinese, come sottolineato da Stramaccioni, è col Chievo l’unica squadra di A a non aver avuto ancora un rigore a favore. «Ma la fortuna girerà, almeno spero» dice il tecnico. Poteva succedere sull’entrata di Emanuelson su Kone.
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Pozzo: «Rudi piange, ecco i frutti». Strama: «Gli arbitri di porta inutili»
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STRANE MODALITA'«Era rigore – dice il greco –. A cosa servono gli addizionali? Maresca era a mezzo metro e l’arbitro dietro di me». Piccolo retroscena: alcuni giocatori raccontano come sia stato proprio Maresca a indurre in errore Giunta («Si è buttato, non è rigore»). Il corollario è scontato, con Gabriel Silva («Le grandi sono favorite») e Geijo («Non si può dare un gol dopo 20 secondi») che aumentano la rabbia. Anche se Stramaccioni era stato più soft, almeno nei toni: «Rispetto il risultato. La mia protesta non era sul gol-non gol, ma sulle modalità: Maresca dice che non è rete, Karnezis riprende il gioco e dopo si sente un fischio, con l’arbitro che convalida. Dinamica strana, se Guida era certo poteva concederlo subito. L’arbitro è sovrano, ma allora a che servono gli addizionali? C’è un errore strutturale, il calcio ha cambiato velocità e intensità. Tutti gli sport vanno verso la tecnologia: aiutiamoli a decidere. Il rigore? C’era, è chiaro».
GARCIA FURBO L’amarezza di Stramaccioni diventa quasi rabbia per Gianpaolo Pozzo, il patron dell’Udinese. «La Roma non ha bisogno di aiutini, e invece Garcia da un mese martella sugli arbitri e ora raccoglie i frutti. È riuscito a condizionare la gara, speriamo la smetta. Era venuto in Italia in punta di piedi, è diventato furbo come gli italiani. È francese, torni tale. Gli allenatori devono essere più professionali e meno furbi». Poi Pozzo analizza i due episodi chiave: «Come ha fatto Guida a vedere da quella distanza? L’arbitro è un giudice: in caso di dubbio non si condanna a morte. Il rigore poi è solare». Si torna sulla tecnologia: «C’è in Inghilterra e in Germania, mi auguro che presto arrivi qui. Gli arbitri italiani, a parte tre pecore nere, sono bravi ma lavorano in condizioni impossibili. In casi come questo è un po’ come un ladro in casa: magari non ruba niente, ma ci resti male. Vorrei cambiassero sensazioni come queste». (ha collaborato M. Meroi)
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