Per trattenere Miralem Pjanic a Roma, il club di Trigoria dovrebbe rinnovargli il contratto. O subito (togliendo di mezzo la famosa clausola da 38 milioni di euro) o all’inizio della prossima stagione, trovando l’accordo con il giocatore già oggi, in modo tale da scongiurare qualsiasi assenso a una eventuale cessione. Già, perché se qualcuno pagherà quella famosa clausola sarà solo perché avrà già incassato il sì del giocatore. Questa, però, è un’ipotesi che la Roma allo stato attuale non prende in considerazione, scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport". Ergo, Miralem Pjanic è lì, all’asta, anche se è un’asta un po’ anomala, con un prezzo già fissato.
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Parte l’asta Pjanic: Barça e Bayern insidiano la Juve
Se qualcuno pagherà la famosa clausola da 38 milioni per il bosniaco, sarà solo perché avrà già incassato il sì del giocatore. Questa, però, è un’ipotesi che la Roma allo stato attuale non prende in considerazione
La realtà è che la Roma deve fare cassa entro il 30 giugno (si è iniziato con i 3,5 milioni di Politano dal Sassuolo) e servono circa 30 milioni di euro. Questo per evitare ulteriori sanzioni da parte dell’Uefa. Non certo i 4 milioni di euro di multa, che preoccupano relativamente, quanto quello che si potrebbe eventualmente decidere in caso di mancato pareggio del bilancio a Nyon, dove la Roma aveva patteggiato la sanzione promettendo di diventare virtuosa nel giro di un paio di bilanci.
Pjanic, dunque, resta in vendita. La Juve lo vuole, Ancelotti ha fatto subito il suo nome alla dirigenza del Bayern e Luis Enrique vorrebbe vederlo a Barcellona. E Mire? Gli piacerebbe restare alla Roma e fare una stagione con Strootman e Nainggolan, ma ha capito che il sacrificato numero uno sull’altare del fair play finanziario potrebbe essere proprio lui.
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