(Gazzetta dello Sport - M.Calabresi)Ci sono dati di Gervinho che non possono non saltare all’occhio: primo, il rapporto tra i palloni recuperati e i falli commessi.Tra l’ivoriano e la media del suo ruolo c’è un abisso: il resto della Serie A si ferma a 1,52, il suo coefficiente è di 7,50. Questo perché Gervinho ha un modo tutto suo di interpretare il ruolo: corre tanto senza palla quanto con la palla al piede, e questo gli consente di stare dietro a qualsiasi avversario.
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Parte largo, corre tanto e adesso vede la porta
(Gazzetta dello Sport – M.Calabresi) Ci sono dati di Gervinho che non possono non saltare all’occhio: primo, il rapporto tra i palloni recuperati e i falli commessi.
Il secondo dato: quello delle palle perse. Perché Gervinho quando ce l’ha tra i piedi è difficile che gliela tolgano (5,10 la media, 2,50 la sua), mentre quando non ce l’ha è più facile che la recuperi (2,04 la media, lui 2,50). Poi la posizione di partenza nelle azioni d’attacco: Gervinho tocca di più il pallone sulle fasce (prevalentemente a sinistra, ma ha giocato anche a destra) e sulla trequarti, a testimonianza (e in campo questo aspetto è evidente) di come gli piaccia partire largo, come accaduto in occasione del gol di Genova. E ricordando i primi allenamenti e le prime amichevoli, c’è poi un ultimo dato che è andato via via migliorando: quello dei tiri in porta.
La media degli attaccanti è di 0,96 a partita per quelli nello specchio e 0,75 per quelli fuori: quella di Gervinho è diventata di 0,83 per quelli in porta e 0,3 per quelli fuori. Dopo un inizio così così, adesso la porta la vede eccome.
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