rassegna stampa

Pallotta in love «La Roma ormai è la mia famiglia»

"A maggio inizieremo i lavori per lo stadio a Tor di Valle, contiamo di inaugurarlo nel 2017-18. Ci garantirà il definitivo salto di qualità"

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Quando mercoledì lo ha detto alla Gazzetta , James Pallotta ne era fermamente convinto, fino in fondo all’animo. «La mia Roma è più forte della Juventus». Così tanto che non si è neanche sorpreso quando ieri, al secondo giorno del convegno londinese della Leaders «The Sport Business Summit», qualcuno gli ha chiesto se lo pensasse davvero. «Are you crazy? Of course...». E via, a chiusura di una settimana intensissima, vissuta tra Manchester, Roma, Torino e proprio Londra. 

ROMA E IL PAPA  Ieri Pallotta ha calamitato l’attenzione un po’ di tutti, parlando di globalizzazione nello sport insieme all’interista Erick Thohir, al messicano Irarragorri (Santos Laguna) e il connazionale Harris (Philadelphia 76ers e New Jersey Devils).

In un paio di momenti, però, il presidente giallorosso ha strappato risate all’intera platea. Quando gli hanno chiesto ad esempio perché avesse comprato la Roma («Era un buon affare e poi... It’s fucking Rome!!! Chi è che non la conosce?») e quando si è soffermato sul futuro stadio di Tor di Valle: «A maggio inizieremo i lavori, contiamo di inaugurarlo nel 2017-18. Ci garantirà il definitivo salto di qualità, spero ci si possano svolgere anche match di Nfl e Nba. Potrebbe ospitare anche la guerra santa tra il Notre Dame ed il Boston College e magari quel giorno sarà il Papa a tirare la monetina». E giù risate. 

RUDI E TOTTI Poi Pallotta è tornato serio quando ha incoronato Rudi Garcia («Vogliamo che sia il nostro Ferguson, con lui stiamo già parlando dei progetti dei prossimi 20 anni») e quando qualcuno gli ha richiesto di nuovo se il suo messaggio di martedì fosse rivolto a Francesco Totti o no. «È la cosa più stupida che abbia mai sentito. Il mio era un discorso in generale, non contro qualcuno, tantomeno contro Francesco, che per me è come un figlio. La Roma oggi è la mia famiglia, se qualcuno attacca un mio giocatore, io lo difendo fino alla morte. L’ho già detto, a Torino sono stati commessi degli errori, ma dobbiamo accettarli. E dobbiamo dimostrare in campo di essere i migliori». Parole che hanno avuto eco fino al presidente del Coni, Giovanni Malagò: «Il presidente della Roma ha dato lezione di stile a tutti». 

KEVIN E GLI ALTRI E siccome Pallotta è davvero convinto che la Roma sia più forte della Juventus, ecco spiegato il perché della blindatura totale di Strootman: «Non abbiamo mai pensato di venderlo, neanche per 95 milioni. È forte, lo aspettiamo. I soldi non sono l’unica cosa che conta, almeno nel nostro modo di pensare un club». Già, però aiutano eccome. «Vogliamo tornare a livelli altissimi e per questo ci serve una grande squadra come quella attuale, che in Europa può giocarsela con tutti. Ma guardiamo ad esempio l’Atletico Madrid, ha vinto la Liga e sfiorato la Champions senza neanche avvicinarsi ai budget di Real, Barcellona, City o Psg. Vuol dire che con le idee si può competere, non sempre chi spende di più alla fine vince. E noi siamo fortunati ad avere Garcia e Sabatini».

E Manolas, che ha fatto dimenticare uno come Benatia: «Sapevamo che voleva venire, ha rifiutato anche offerte di club più importanti. È molto bravo e quattro anni più giovane di Mehdi». Le vittorie, forse, si costruiscono anche così...