rassegna stampa

Napoli spacca i secondi

(La Gazzetta dello Sport – N. Cecere) – Il cross di Ghoulam, lungo, teso, è un invito al bacio; sul secondo palo l’incornata di Callejon è perfetta, micidiale, inesorabile.

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(La Gazzetta dello Sport - N. Cecere) – Il cross di Ghoulam, lungo, teso, è un invito al bacio; sul secondo palo l’incornata di Callejon è perfetta, micidiale, inesorabile. Un gol bellissimo per realizzare uno scippo con destrezza: così il Napoli soffia alla Roma nel finale un successo che i giallorossi avrebbero potuto ipotecare in quel primo tempo di netto predominio, dove Gervinho ha avuto tre occasionissime contro lo zero assoluto dei padroni di casa. Ma Gervinho non ha saputo colpire e il Napoli del secondo tempo, sia pure a fatica, è riuscito ad accorciare il divario fino al colpaccio da Champions. Già, adesso puntare a soffiare alla Roma anche il secondo posto dev’essere un dovere. Classifica alla mano l’impresa è oggi possibile, con una sconfitta, sarebbe stata proibitiva. Come proibitiva appare per i giallorossi la rincorsa alla Juve che ha guadagnato altri tre punti. Discorso scudetto chiuso? La logica dice sì.

Prudenza Probabilmente condizionato dalla batosta di Coppa Italia; probabilmente pure preoccupato dalle assenze dei due capitani, Totti e De Rossi; oggettivamente menomato dal precoce abbandono di Strootman (sceso in campo già acciaccato e presto toccato duro da Dzemaili), contrariamente al solito Garcia ha organizzato i suoi all’insegna del «prima non prenderle». Una prudenza evidenziata dalla scelta di rinunciare a una punta d’area, Destro, per un tridente agile e veloce dove però Bastos ha inciso in una sola occasione (43’: sinistro da fuori deviato da Reina) e Florenzi ha avuto una sola opportunità, di testa, al 75’. Però è pur vero che nonostante questa impostazione «da pareggio» l’allenatore francese ha assistito a un chiaro predominio dei suoi perlomeno in area avversaria.

Che spreco Qui lo sgusciante ma poco concreto Gervinho si è presentato per tre volte in invidiabile posizione. Avrebbe dovuto far molto male a un Napoli in stato confusionale, incapace di pungere e nel contempo sbadato nelle chiusure. Ma Gervinho ha mostrato chiari limiti e Destro, in panchina, si sarà di sicuro mangiato i gomiti… È parsa comunque eccessiva, all’uscita di Strootman, la mossa di incollare Taddei a Hamsik perché il capitano azzurro attraversa un periodo di forma assai scadente, e lo ha confermato ieri fin dalle prime battute sprecando tocchi persino elementari. Perso Strootman, il tecnico ospite ha inserito Taddei modificando immediatamente l’assetto a specchio (4-2- 3-1 come Benitez) dell’avvio di gara in un 4-3-3 che era più spesso un 4-1-4-1 proprio a causa della posizione sempre cauta di Taddei, piazzatosi dinanzi alla linea arretrata e con un occhio costante agli spostamenti di Hamsik. Il trequartista avversario seguito a uomo dal mediano, la mossa abituale degli anni 70… Immortale Trapattoni.

Gli errori Alle insidie portate sia pure a singhiozzo dalla Roma, il Napoli è riuscito a replicare in avvio di ripresa, con una doppia occasione in pochi secondi. Callejon ha imitato lo sciagurato Gervinho sparando su De Sanctis in uscita la più ghiotta delle palle gol; sugli sviluppi, la sfera è capitata dalle parti di Higuain che ha segnalato la sua presenza sul terreno di gioco con una bordata che ha scheggiato la parte superiore della traversa. Dopo di che El Pipita è tornato nell’ombra. In pratica a don Rafé è riuscito il colpo grosso nonostante fosse senza Jorginho e Behrami (indisponibili), con Hamsik fuori fase e Higuain fuori partita. Mettiamoci pure l’andamento altalenante della mediana, dove Inler e Dzemaili ne hanno combinate più di crude che di cotte, e la mancanza di spinta da parte di Maggio preoccupato da Florenzi. Insomma, hanno giocato solo Mertens e Callejon, con la collaborazione crescente, nella ripresa, dei centrali e del neo entrato Henrique, difensore adattato a mastino di centrocampo.

Insulti In una ripresa più equilibrata, la Roma ha sfiorato in una sola circostanza la rete del vantaggio (15’, gran legnata da fuori di Maicon, prodezza di Reina), poi ha progressivamente considerato prezioso il pari. Come se la vittoria della Juve sulla Fiorentina avesse definitivamente convinto la truppa di Garcia che lo scudetto è ormai assegnato e quindi si lotta unicamente per il prezioso secondo posto: visto il divario di punti dal vertice non è certo una bestemmia. Ultima annotazione: i pochi tifosi romanisti in tribuna hanno ancora insultato quelli partenopei. Ora cosa si vieterà dell’Olimpico? Gli spogliatoi?