rassegna stampa

E Nainggolan? A Rebibbia sorrisi anche per… gli juventini

Una mattina speciale, una di quelle che ti segnano. Erano le 9.30 quando i gemelli Nainggolan sono entrati nel carcere di Rebibbia per disputare (Riana) e presenziare (Radja) un triangolare di calciotto a scopo benefico.

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Una mattina speciale, una di quelle che ti segnano. Erano le 9.30 quando i gemelli Nainggolan sono entrati nel carcere di Rebibbia. Radja con la sua felpa nera, gli occhialoni a coprire gli occhi ma non i sorrisi da regalare a chi il carcere lo vive tutti i giorni. Riana con la sua Res Roma e...gli scarpini. Sì, perché la protagonista è stata lei, in campo con la squadra, per un triangolare di calcio a 8. Gli avversari? Una formazione era la selezione dei detenuti (G.S. Rebibbia calcio), quella che poi ha vinto il torneo. La terza era la Polizia Penitenziaria. Il motivo era benefico:«Un calcio al passato, speranza per il futuro» il titolo della manifestazione organizzata dall’ente no profit Apas, con l’intento — riuscitissimo — di donare vestiti ai figli delle detenute di Rebibbia, bambini che vivono nella casa circondariale. La consegna è avvenuta, questo è l’importante.

Pure la maglia Juve. Il resto è stato contorno. Momento ludico, divertente, agonistico e rilassante allo stesso tempo. Riana s’è divertita, Radja a bordo campo osservava la sorella giocare. E firmava una marea di autografi, su palloni, tute e maglie. Pure su una della Juventus, numero 8 di Marchisio, indossata da un tifoso bianconero. Radja l’ha visto, ha sorriso e ha autografato scherzando: «Vabbè, facciamo un’eccezione va...». Risate. Per l’occasione è stato inaugurato anche il nuovo campo da calcio di Rebibbia. La mattinata è stata lunga, i gemelli Nainggolan sono andati via solo all’ora di pranzo. In tempo perché Radja potesse scendere in campo a Trigoria, nel primo pomeriggio. Per una volta, però, il vero allenamento era già finito.