Forse sarà stata la presenza in tribuna di Roberto Martinez, il c.t. del Belgio. O forse l’odore della Juve. O forse, molto più semplicemente, che ieri per superare il Milan ci voleva il colpo di un combattente, di un guerriero. E allora a decidere la sfida non poteva che essere lui, Radja Nainggolan, che della battaglia e dell’agonismo fa l’essenza del suo gioco, scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport".
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Nainggolan, guerriero di lotta e di governo: «A Torino per vincere»
Il centrocampista segna davanti al c.t. del Belgio: «Gare così l’anno scorso non le avremmo vinte. La Juve? Pensiamo a noi»
«Ma non si può stare sempre bene tutto l’anno, anche se cerco di farlo – dice Nainggolan –. L’importante è aver vinto una partita non facile: il Milan era messo bene in campo, abbiamo dimostrato carattere, la scorsa stagione probabilmente partite del genere non le avremmo vinte, nonostante giocassimo bene. Ma quest’anno abbiamo più carattere, abbiamo un obiettivo e vogliamo crederci. Una volta passati in vantaggio siamo stati bravi, gli spazi si erano allungati. E poi abbiamo fatto molto bene in fase difensiva, tranne magari nel caso del rigore, ma anche questo fa parte del calcio e Szczesny è stato molto bravo».
All’orizzonte sabato prossimo c’è la Juventus capolista. «Dovremo combattere anche a Torino, sarà una partita difficile, senza ombra di dubbio – chiude il Ninja –, ma noi dobbiamo essere squadra come lo siamo stati in questa occasione, pensare a noi, non alla Juventus. Possiamo fare una bella prestazione anche lì, ne siamo convinti. E anche a Torino andiamo a giocare per vincere, questo è sicuro». E anche lì servirà combattere, lottare, gettare l’anima in ogni angolo del campo.
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