rassegna stampa

Nainggolan, energia senza fine

Che Garcia lo considerasse preziosissimo si sapeva, viste le 20 presenze tra campionato e coppa della scorsa stagione (da gennaio in poi), ma che diventasse una pedina fondamentale in pochi lo immaginavano

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La Roma riscopre Radja Nainggolan. In un centrocampo fatto di ottimi palleggiatori, di un giocatore che fa spesso il terzo centrale e di un altro costretto a un recupero lento e difficile, il belga, come si è visto anche con il Fenerbahce, è un elemento unico. Che Garcia lo considerasse preziosissimo si sapeva, viste le 20 presenze tra campionato e coppa della scorsa stagione (da gennaio in poi), ma che diventasse una pedina fondamentale in pochi lo immaginavano. D’altronde, in inverno, era arrivato qui con la scomoda etichetta di riserva di lusso. E invece non solo riserva non lo è stato quasi mai, ma non ha fatto rimpiangere Strootman, uno che si era preso la Roma sulle spalle fin da subito. 

RECUPERO E CLASSE Proprio l’olandese, che ieri ha accettato la sfida del connazionale Emanuelson dell’Ice Bucket Challenge (la doccia gelata contro la Sla), sta recuperando dall’infortunio al ginocchio di marzo. Ma la strada, come insegna anche Destro, è lunga e tortuosa: sperava di rientrare per settembre, verosimilmente dovrà farlo un mese (nella migliore delle ipotesi) più tardi. Lui non vuole rischiare, anche se il campo gli manca ogni giorno di più, e la Roma è dello stesso avviso. In quanto a tecnica pura e capacità di palleggio, invece, Garcia può dormire sonni tranquilli: Pjanic è il maestro, ma anche Uçan, Paredes e Keita al pallone danno del tu. De Rossi negli anni ha arretrato il suo raggio d’azione e ha perso un po’ di dinamismo e reattività a favore di una maggiore sicurezza in fase difensiva. Il filtro davanti al reparto arretrato è stato uno dei segreti della squadra, in questo precampionato il passo è sembrato più compassato, ma la forma fisica è ancora approssimativa. 

TANTO TWITTER, POCHI GOL  Non lo è, invece, quella di Nainggolan. Che tra una seduta dal parrucchiere (la cresta ora è bionda) e un po’ di tweet (negli ultimi giorni più sereni) ha messo a punto il fisico come se le partite fossero già vere. La panchina gli piace poco, ma accetta sempre senza fiatare e quando entra cambia marcia alla squadra. Garcia si fida di lui, l’unica cosa che gli chiede, oltre ai colpi di testa da evitare, è di cercare di più la porta. Appena 9 gol in 148 gare di A, compreso Cagliari. E pensare che la scorsa stagione, in tutto il campionato, è il romanista che ha tirato di più con 64 tiri. Se e quando aggiusterà la mira, una maglia da titolare difficilmente gli sfuggirà più.