rassegna stampa

La moviola divide. Allegri: «No alla tecnologia» Galliani: «È una cosa buona»

Il tecnico della Juve : «Con la Roma avremmo giocato due ore: ci vuole più cultura del rispetto». L’a.d. del Milan : «Il gol di Muntari? Non ricordo»

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Ispirato forse dall’ambiente circostante, libri su libri, dalla battaglia delle Termopili (senza esclusione di colpi, come certe partite), a un trattato sui funghi velenosi (sono come le polemiche, spuntano ovunque), Massimiliano Allegri la butta sul filosofico: l’uomo è sempre più importante della macchina, quindi la moviola è inutile e il pensiero di metterla in campo “surreale”. Facile il pensiero malizioso, subito espresso da qualcuno su Twitter: «Cos’altro potrebbe dire visto la squadra che allena?». Allegri tira dritto: «Mi salteranno tutti addosso? Tanto mi saltano sempre tutti addosso, uno più uno meno...». Una serata basterà a seppellire caterve di accuse e insulti reciproci?

Pro e contro Ambiente informale ma colto quello che ha ospitato l’allenatore della Juve: l’Internet Festival di Pisa, che lo ha chiamato a parlare di tecnologia e calcio ben prima del caos di domenica sera. Allegri parte piano, discute le tesi dell’analista del calcio Adriano Bacconi, annuisce alle osservazioni del suo collaboratore Aldo Dolcetti. Gioca al gatto col topo, la biblioteca è strapiena di telecamere e soprattutto di tifosi, un tifo da stadio. Vuoi che non esca una domanda sulla moviola? E allora, dopo dotte discussioni sul basket, il baseball e Billy Bean, ecco l’aggancio atteso per la dichiarazione di voto. Allegri dice no alla moviola, proprio quando Adriano Galliani ha ribadito il suo sì. «Se la tecnologia esiste penso che vada applicata, credo che sia una cosa buona», ha detto l’a.d. del Milan in Lega, approvando la sperimentazione suggerita dalla federcalcio. «Sarebbe servita per il gol di Muntari? Quale gol? Mi ero dimenticato». Galliani fa dello spirito, Allegri è incline alla meditazione. «Non sempre quello che vedi è vero». Ecco.

Dubbi Dunque, la posizione del tecnico della Juve è questa: «Io sono contrario alla moviola in campo. La tecnologia serve per preparare le partite, per migliorare le prestazione dei singoli, serve nello scouting. Serve fuori dal campo, non in campo. Passatemi la battuta, ma se avessero usato la moviola in Juve-Roma la partita sarebbe finita alle due di notte. Dopo giorni di discussioni ancora non si sa se il rigore c’era o meno. La moviola in campo è surreale. Trovo che in questi giorni ci sia stato poco rispetto per i ventidue o ventisei giocatori che hanno dato vita a un bello spettacolo. La moviola in campo spezza lo spettacolo. Il calcio è stato migliorato con l’abolizione del retropassaggio al portiere, quella sì era una genialata, o l’introduzione dell’obbligo di avere più palloni a bordocampo. Così le partite possono cambiare fino alla fine, si gioca di più. Con le polemiche di questi giorni si è ridotto tutto a un problema di errori arbitrali. Non serve la moviola in campo, che secondo me potrebbe essere utile soltanto per il fuorigioco, e in maniera limitata in qualche modo anche per quello, visto che ci sarebbe sempre un problema di prospettiva. Mi sarebbe piaciuto avere la tecnologia in campo per il gol di Muntari? E’ una cosa passata, allora il Milan accettò la decisione, non si può non credere a niente, non si può pensare sempre alla malafede. In Italia c’è la cultura del sospetto, è questo che dobbiamo cambiare. Dal sospetto al rispetto».

Cultura Corollari alla tesi di Allegri: a velocità reale i contrasti sono una cosa, con il fermo immagine un’altra. La moviola rallenta e basta un millesimo di secondo per vedere un piede dentro o fuori. A decidere sarebbe sempre alla fine un uomo, cioè l’arbitro. Quindi, meglio lasciar perdere, «anche perché magari in Juve-Roma si vede tutto perché ci sono un tot di telecamere, a Chievo-Empoli ce ne sono due, ma non è che certi errori contino meno. Per quei club contano come quelli di Juve-Roma, e allora, o spendi miliardi per adeguare tecnologicamente tutti gli stadi oppure produci diversità di trattamento che darebbero il via a altre polemiche. Il gol-non gol è oggettivo, il fuorigioco magari si vede meglio, il resto no. E’ un problema culturale, il presidente della Roma ha detto parole intelligenti. Totti? Totti ha fatto giocate da fenomeno». Sulle parole, no comment.