(Gazzetta dello Sport - A.Catapano)«E non finisce qui...». Venti caratteri sputati nella gogna di twitter, uno dei tanti messaggi sulla vicenda, la conferma delle preoccupazioni delle forze dell’ordine: siamo solo all’inizio di una guerra tra ultrà che rischia di trasformare la prossima stagione in un gigantesco problema di ordine pubblico. A Roma, Napoli e in qualsiasi autogrill riusciranno a incrociarsi le due tifoserie (e quelle gemellate).
rassegna stampa
Minacce e manichini: Ciro, aria di vendetta
(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) «E non finisce qui…». Venti caratteri sputati nella gogna di twitter, uno dei tanti messaggi sulla vicenda,
VENDETTA Ecco perché quanto successo ieri, a Napoli, non deve stupire. Nel rione Sanità, poco distante dal Cimitero delle Fontanelle, l’antico ossario delle “anime pezzentelle”, cioè abbandonate, sono comparsi tre striscioni di minacce a Daniele De Santis («Non faremo festa finché di Gastone non avremo la testa. Romano infame») e insulti a Totti e alla moglie (testuale: «E’ più puttana lei o la moglie di De Santis?»), un manichino giallorosso con la maglia numero dieci impiccato ad un groviglio di tubi e accompagnato da un altro messaggio choc («Gastone sarà il giorno più bello della tua vita. Merda»), un incitamento a Ciro Esposito e il solito inno a «Speziale libero». Toni e contenuti riconducibili al linguaggio ultrà. Ed è in quegli ambienti che si muove la Digos di Napoli, coordinata dal dirigente Luigi Bonagura, che ha già consegnato un’informativa al pool della Procura guidato dal pm Ardituro. Nel rione Sanità opera l’omonimo gruppo della curva A, le cui posizioni, però, ricalcano quelle dei più potenti Mastiffs di Genny ‘a carogna. Per la Digos, che non esclude del tutto si sia trattato di una bravata, gli striscioni di ieri, poi rimossi dai vigili del fuoco, sono la risposta alle scritte romaniste dell’11 maggio e l’annuncio di una vendetta che gli ultrà napoletani consumeranno dove e quando riterranno opportuno. «Ma noi - ha dichiarato Antonella Leardi, mamma di Ciro Esposito - non vogliamo altra violenza, solo giustizia».
«E' LUI» E infatti la Procura di Roma vuole concludere in fretta le indagini sulla sparatoria di Tor di Quinto. Il gip Giacomo Ebner ha fissato al 6 giugno gli incidenti probatori dell’esame della pistola e della testimonianza di Raffaele Puzone. I pm Albamonte e Di Maio hanno un’idea chiara di cosa è accaduto e di chi ha sparato ai tre tifosi del Napoli. Ciro Esposito fa ancora fatica a parlare, ma presto potrebbe raccontare la sua versione dei fatti. Fino ad oggi il ragazzo è stato solo in grado di riconoscere il suo presunto sparatore in una foto. Ieri ha subìto un nuovo intervento chirurgico al polmone (Lobectomia superiore destra), riuscito, ma resta ricoverato in condizioni critiche nel reparto di Terapia intensiva. La mamma e il papà si fanno forti del sostegno del Napoli, che sta provvedendo al loro alloggio, e dei pensieri di Maradona, che ha inviato la sua maglia autografata. «Un gesto che ci ha commossi».
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