Gandini ieri ha lasciato il Milan e si sapeva: diventerà amministratore delegato della Roma. Non è un momento da telecamere - Gandini è conosciuto soprattutto dagli appassionati di calcio - ma nel mondo Milan è un passaggio storico.
rassegna stampa
Milan, l’ultimo giorno di Gandini dopo 23 anni
Galliani ieri pomeriggio ha avuto parole gentili, non di circostanza: «Abbiamo fatto tutto assieme. Sono felice abbia questa opportunità alla Roma, significa che la scuola Mediaset-Milan è servita»
Per il Milan parlava, incontrava i grandi del calcio internazionale, chiudeva accordi. Ha contribuito alla fondazione dell’ECA, l’associazione dei club europei che ha cambiato i rapporti di forza con l’Uefa. È diventato vicepresidente, ha contribuito a cambiare la formula della Champions, ha avuto un ruolo nel calciomercato. Ha rappresentato il Milan in Lega e nel primo periodo, soprattutto, ha comprato i diritti tv, arrivando alla curiosa situazione del 1994: «Io e Galliani abbiamo trattato con la Uefa, anche duramente, fino al pomeriggio. La sera siamo andati allo stadio e Aigner, segretario generale, ci ha detto che andava bene, l’Uefa aveva accettato le nostre condizioni». Diritti tv e coppa in una notte.
Galliani ieri pomeriggio ha avuto parole gentili, non di circostanza: «Abbiamo fatto tutto assieme. Sono felice abbia questa opportunità alla Roma, significa che la scuola Mediaset-Milan è servita». Gandini era emozionato allo stesso modo: «È strano. Il Milan è la mia famiglia, la mia casa. Quello con l’universo-Berlusconi per me è stato l’unico rapporto professionale. Ricordo lo scudetto ‘99 con Zaccheroni, vissuto da team manager, e la testata di Weah a Jorge Costa del Porto. Quella sera la polizia portoghese voleva entrare in spogliatoio per prendere George, ci siamo dovuti difendere». Gandini ieri ha detto di essersi preparato molto per il nuovo ruolo di a.d. e ha ragione: sono 23 anni di studio, dalle elementari al master
(L. Bianchin)
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