Un amante delle scommesse definirebbe l’over di stasera «un regalo». Per carità, i bookmaker non regalano mai niente. Difficilmente sbagliano. Però, se molte agenzie quotano l’under (ovvero meno di tre gol nella partita) più alto dell’over (dalle tre reti in su), un motivo ci sarà. Soprattutto, una tendenza pare sicura: lo 0-0 che tanto fa gola alla Roma difficilmente uscirà dalla tombolata di stasera. «Giocheremo per vincere» — ritornello tanto caro agli allenatori di tutto il mondo, Garcia e Pellegrini compresi — stavolta è una verità assoluta. Perché il pareggio non tiene al riparo da sorprese nessuna delle due squadre, almeno inizialmente. E perché non è nella natura dei due club uscire da un match senza aver segnato almeno un gol. Tanto per rendere l’idea: solo una volta in questa stagione la Roma ha chiuso sullo 0-0, a Genova contro la Samp, in una serata piena dei fantasmi tedeschi post Bayern. E per trovare l’ultimo 0-0 della squadra di Manuel Pellegrini in Premier League bisogna tornare indietro all’8 febbraio 2014, 29 partite di campionato fa, 0-0 a Norwich, l’eccezione alla regola.
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Mettetevi seduti: sarà show
Tira aria di gol. Aria fredda per chissà chi, in fondo l’Olimpico non regala mai certezze. Tra Cska e Bayern Monaco, in due serate, si sono viste 14 reti.
LE FRECCE CITY Tira aria di gol. Aria fredda per chissà chi, in fondo l’Olimpico non regala mai certezze. Tra Cska e Bayern Monaco, in due serate, si sono viste 14 reti. Spettacolo garantito, resta solo da capire da quale parte sarà più godibile. Dice Pellegrini: «In Europa forse serve uno stile di gioco diverso rispetto alla Premier League, ma noi non siamo una squadra in grado di fare calcoli». E infatti basta riavvolgere il nastro delle Champions targate Manchester City, per trovare qualche conferma: l’anno scorso sei gare su sei con tre o più reti, nel 2012-13 e la stagione precedente due Over su tre fuori casa. «Abbiamo un modo di giocare offensivo, non lo cambieremo certo per questa partita», ancora Pellegrini. Con quel ben di Dio che può schierare, in fondo, sarebbe strano il contrario. Perché è vero che non c’è Aguero e che Yaya Touré è squalificato. Ma c’è Dzeko a far invidia a Garcia, che un centravanti così se lo sogna. C’è David Silva che recupera almeno per la panchina, e Navas pronto a subentrare se Milner o Nasri dovessero abbassare il loro rendimento. Pellegrini ha ancora tanta ciccia per andare all’assalto della qualificazione. Ha Jovetic che sente aria di sfida a Totti e vuole esaltarsi.
LE FRECCE Roma E di là c’è la Roma tutta, che cerca la grande impresa. E lo fa provando a cambiare qualche carta, alla ricerca di un equilibrio perduto: 4 reti subite nelle ultime due gare all’Olimpico. Ma anche sei segnate, almeno la metà delle quali grazie a Ljajic, l’uomo più in forma della Roma, l’uomo che oggi è difficile far uscire dagli 11 di partenza. E così Garcia se la gioca col tridente titolare: Gervinho e il serbo ai lati di Totti, che al City ha già segnato e che proprio quella sera capì che la Roma avrebbe potuto giocarsi fino in fondo le carte qualificazione. E poi torna Maicon, l’attaccante che solo sulla carta d’identità viene descritto difensore. E ancora Holebas, che dall’Inter in poi ha (ri)scoperto cosa vuol dire cercare la porta avversaria. La Roma guarderà avanti, molto che più che indietro. Penserà ad Hart, molto più che a De Sanctis. Perché c’è poco da proteggere e tutto da guadagnare. E allora via allo show.
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