Daniele De Rossi e Claudio Marchisio. Là in mezzo guidano loro contro la Croazia. Il romanista fa 100 presenze in azzurro, lo juventino è per ora a quota 50, ma oggi è di fatto l’uomo più affidabile a disposizione di Conte. Maturazione completata per Marchisio, interno di livello internazionale, ma all’occorrenza anche ottimo punto di riferimento davanti alla difesa: mena se c’è da menare, ha gamba, piedi educati e buona capacità realizzava. Nella Juve, a centrocampo, nessuno ha giocato quanto lui: 15 gare ufficiali su 15, solo due partendo dalla panchina. A inizio 2015, inizierà a discutere il rinnovo contrattuale con la Juve: si tratta sulla base di un accordo fino al 2019, «e io voglio rimanere juventino a vita». Non ci saranno di sicuro problemi in questo senso, nonostante arrivino periodicamente sondaggi da vari club esteri.
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Marchisio-De Rossi. Affidabilità e storia nel cervello azzurro
De Rossi e Marchisio, esperienza e grinta al servizio della nazionale
Dedica De Rossi Non c’è Pirlo, e allora il croato Modric prende coraggio e parla di Italia più debole, battibile. «Beh, speriamo che si sbagli», ride De Rossi. Ha ancora tanta fame il giallorosso, e crede molto nel progetto Conte: «Riparto da 100 presenze, convinto di poter vincere il prossimo Europeo. I giocatori ci sono e l’allenatore pensa solo all’obiettivo francese, lo abbiamo capito dai primissimi giorni di lavoro. È vero, mi voleva alla Juve, scenario obiettivamente impraticabile, però fui molto orgoglioso delle parole di Conte, che ho sempre stimato e ammirato». La tripla cifra azzurra è dedicata a «Emanuele Mancini, uno dei miei migliori amici, siamo cresciuti insieme nelle giovanili giallorosse. Oggi è alla Lupa Roma, ma senza mille infortuni avrebbe avuto una carriera migliore della mia. In ogni modo, 100 presenze in Nazionale sono incredibili, è storia».
Balo, bravo ragazzo De Rossi e Buffon sono capitani e leader di questa Nazionale, «ma nessuno di noi due ha avuto un confronto con Balotelli – continua Daniele – e mai Conte ci ha chiesto un parere a riguardo. Fa ridere anche solo pensarlo, è paradossale se si pensa a come è fatto il mister». E in generale su Mario «voglio dire che è un ragazzo buono. I problemi nascono solo con chi semina zizzania negli spogliatoio, con gente cattiva. Lui è solo esuberante. Adesso e in passato anche nella Roma c’è stato qualcuno con atteggiamenti da mandare al manicomio, ma non per questo non gli ho voluto bene. Mario non l’ho mai visto cattivo, poi ci sono delle regole da rispettare, c’è un allenatore da convincere...».
STRANIERI, COSI' SI FA... Meglio preservarli i pochi talenti italiani: «Il problema dei troppi stranieri esiste. Cosa fare? Eliminarli non si può, e anche ridurli a tre per squadra mi sembra poco praticabile. Certo, va fatto un lavoro a lunga scadenza sui vivai e sulle scuole calcio. Vedo squadre di ragazzini con 5-6 stranieri... Secondo me, devi provare a far diventare più forti i ragazzi italiani che hai. Mio padre la pensa come me: i risultati nel settore giovanile non sono la cosa più importante. Solo che poi vedi giovanissimi con sponsor e procuratore e capisci che la strada è durissima». Chiusura dedicata alla Roma: «Valiamo la Juve, non ho dubbi. Lì da loro abbiano dimostrato di essere pronti a vincere. Bayern e Napoli? I tedeschi sono più forti, mentre a Napoli si può anche perdere, magari in maniere diversa, ma non può essere un dramma».
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