rassegna stampa

Manolas gigante difesa inviolata. Benatia… chi?

Manolas invece sembra qui da una vita, proprio mentre Benatia fa la panchina nel Bayern

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Una giornata vissuta pericolosamente, con il lieto fine dello zero nella casella dei gol incassati. Strane ore, queste, per i difensori della Roma. Uno prima si sente squalificato (per la Champions), poi riammesso, intanto va in campo a Empoli e fa il partitone. E’ Manolas che — copyright Garcia — «ha già capito il nostro modo di difendere». Altra storia: Castan parte titolare, a dispetto di un Astori che sembrava messo meglio. Non solo sembrava: al 29’ del primo tempo si tocca la coscia destra, i flessori fanno le bizze. Ma già da un pezzo s’era capito che non stava bene. Garcia cambia, dentro Astori, la Roma vince. E ride. E ride pure Maicon, l’altra copertina di giornata. Che sta bene, altro che storie. Perché l’insufficienza si giustifica con i gol mangiati, non certo per la prestazione. Maicon c’è, da sabato a sabato, da Miami e Empoli, dalla Seleçao sparita alla Roma riapparsa. 

Ciao Benatia Il sottofondo è per De Sanctis, ancora una volta imbattuto: «Il modo migliore per avvicinarci alla Champions è proprio non aver subito gol», spiega Garcia. Che con Maicon ha fatto lo psicologo, ritrovandolo al centro del gruppo Roma nello spazio di una giornata. Manolas invece sembra qui da una vita, proprio mentre Benatia fa la panchina nel Bayern: «Ma lui è il passato. Il futuro sono io, lavoro duro per la Roma e sono qui per fare una grande stagione», dice il greco, sicuro davanti ai microfoni tanto quanto contro un attaccante. «Dico grazie a Garcia — ancora l’ex Olympiacos —, ora testa al Cska, contro il quale ho già giocato». E magari lo sarà un po’ di più con Castan a disposizione, che a fine primo tempo ha confessato: «Ho avuto un po’ di paura per il dolore, ma non è niente di grave». Garcia tira un sospira di sollievo: «L’ho tolto per precauzione». Ma un motivo per sorridere il brasiliano ce l’ha comunque: il dopo Benatia è (anche) lui. Perché proprio dal marocchino ha ereditato il ruolo di «capitano degli altri», il terzo in ordine dopo Totti e De Rossi. Un riferimento per la Roma, molto più del Cole visto ieri. Ma alla fine esulta pure l’inglese: «Bello vincere in questa atmosfera», dice sui 3 mila tifosi a Empoli. Per crescere (forse) c’è tempo. Ma l’attesa è più dolce, con zero gol incassati in due partite.