rassegna stampa

Maicon, tanta voglia di correre e senza freno a mano. Per una Roma di destra

A chi pensa che, dopo il 7-1 della Germania e il rinnovo del contratto con la Roma, Maicon abbia tirato il freno a mano, ora il brasiliano deve rispondere con i fatti e non a parole.

finconsadmin

James Pallotta è uomo d’affari e uomo di sport. Vorrebbe fare business vincendo, non ha mire politiche nonostante abbia già ben capito come funziona in Italia, molto prima di presentarsi (venerdì scorso) alla cena del Pd all’Eur. Pd, sinistra, tutto il contrario della Roma, dichiaratamente di destra. Alt, qui la politica non c’entra. Ma c’entra solo uno sbilanciamento nel gioco di Garcia: destra è solo la fascia dove la Roma costruisce il 43% del suo gioco (prima in Serie A, con la stessa percentuale dell’Udinese), contro il 28% della fascia sinistra (in testa ci sono Genoa, Parma, Palermo, Cesena e Fiorentina) e il restante 29% nella corsia centrale. La Roma vota a destra nonostante Maicon si sia astenuto di fatto nella metà delle partite: cinque fuori (sette con la Champions), più Parma, in cui ha giocato 21’. Con il brasiliano in campo, si sfiorerà l’estremismo.

GIA' A BERGAMO  Probabile che ciò accada già sabato 22 in casa dell’Atalanta, contro cui Maicon ha giocato 11 volte e perso una, il 18 gennaio 2009. Quel pomeriggio, sarà passato un mese e un giorno da quando — a poche ore da Roma-Bayern — si venne a scoprire che il suo solito ginocchio sinistro era infiammato a tal punto da fargli saltare la disfatta di Champions e tutte le altre cinque partite che sarebbero seguite: un mese in cui Maicon si è curato (non solo a Trigoria) in attesa di tornare a sfrecciare in partita. Anche perché in allenamento non è che lo faccia più di tanto: non è pigrizia, anzi, Maicon sin dal suo arrivo a Roma ha raggiunto un compromesso con la società e lo staff. Un suo componente, Franco Chinnici, lo ha preso in consegna ed è di fatto diventato il suo personal trainer, a Trigoria ma anche in Brasile, dove almeno Maicon non andrà più, visto che Dunga lo ha escluso (per il momento o definitivamente?) dalla Seleçao. Un lavoro personalizzato (ieri lo ha svolto anche Strootman, che poi ha partecipato alla partitella, possibile che ce ne sia un’altra «in famiglia» tra oggi e domani), che tutela muscoli, articolazioni e la loro usura, visto che a 33 anni passati la carriera è in fase discendente.

A CONFRONTO  Nella stagione 2009-2010, quella del Triplete con l’Inter, Maicon non saltò una partita di Champions, in campionato ne giocò 33 e in due si fermò per squalifica, ma scese in campo pure in Supercoppa, Coppa Italia e in una nazionale che a fine anno sarebbe andata in Sudafrica per il Mondiale. L’anno scorso, con il Mondiale in casa, arrivò a 28 in campionato, saltandone dieci, solo il doppio di quelle in cui è mancato in due mesi e mezzo. A chi pensa che, dopo il 7-1 della Germania e il rinnovo del contratto con la Roma, Maicon abbia tirato il freno a mano, ora il brasiliano deve rispondere con i fatti e non a parole. Un po’ la filosofia di Pallotta.