Eccolo qui, l’effetto collaterale dell’intervista di Ilary alla Gazzetta: ha spostato l’attenzione dai problemi reali della Roma, che poche ore prima aveva perso a Torino. E chissà, in fondo se Spalletti si fermasse un attimo a riflettere, si potrebbe dire che la Blasi gli ha fatto un favore, scrivono Pugliese e Stoppini su "La Gazzetta dello Sport".
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L’uragano virtuale in soccorso di Luciano
Tra web, social e radio, la Blasi finisce nel mirino delle critiche. E nessuno si ricorda più del k.o. di Torino e delle amnesie giallorosse
Radio, tv, giornali, bar, ristoranti, whatsapp: a Ilary il monopolio Roma, un fulmine in un mare già in tempesta. Che ha scatenato reazioni eccellenti e altre poco ortodosse. Nel mirino è finita lei. Accuse sessiste, roba da MedioEvo, del tipo «lei è donna, di calcio non può parlare». In fondo, non troppo distante è il pensiero di Giovanni Trapattoni, che di Totti è stato allenatore in Nazionale: «Le mogli facciano le mogli, altrimenti è il caos». Caos su cui c’è pure chi ha voluto scherzare, giocando su nomi dai suoni simili: «E ora tutti incollati alla tv per il confronto tra Ilary e Trump». Per fortuna l’Hillary statunitense ha ben altri pensieri. Pensieri che non ha Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, che a Radio Rai si è lasciato andare contro Spalletti: «È il primo ad avere la testa fusa. Soffre d’invidia per Totti».
Ricordate le polemiche con Francesca Brienza, compagna dell’ex Rudi Garcia? Ecco, lei si è schierata al fianco di Ilary: «Ci risiamo col sessismo sfrenato. Nel 2016 ancora c’è chi insulta le donne che esprimono opinioni sul calcio. E che Dio le salvi se poi sono anche le mogli/compagne/sorelle o della famiglia o semplicemente amiche di un calciatore. Le donne possono parlare di calcio!». Più soft le parole dello stesso Garcia, che a TikiTaka non è sceso nella polemica: «In questo mestiere devi essere pronto a tutto, soprattutto oggi con i grandi mezzi di comunicazione che rendono tutto più complicato. La famiglia di Totti è bellissima, lui ha trovato equilibrio in casa e anche questo aspetto ha contributo alla sua lunga carriera».
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