rassegna stampa

l’ira di Garcia: «Così non va abbiamo regalato un’ora». Sabatini: «Inquietanti»

Tutti in campo stamattina alle 8 a Trigoria per un allenamento punitivo, subito dopo verrà deciso se andare o meno in ritiro

Redazione

Il tam tam giallorosso che viaggia nell’etere è riassumibile in tre sole parole: non è possibile. Non è possibile - dicono i tifosi - che contro un Milan allo sbando, contestato per tutta la gara dai propri ultrà, la Roma stia perdendo la partita, la faccia e forse il secondo posto e la Champions. E in tutto questo la Roma sembra quasi scegliere di «morire» con Francesco Totti in panchina. Il capitano comincia fuori, per scelta tecnica, la sua terza partita consecutiva di A: non era mai successo da quando è diventato leader della Roma. A bordo campo ha la faccia scura e prima di entrare getta la pettorina a terra quasi con rabbia. Vedendo i 70’ senza di lui non c’è un osservatore, a San Siro, che non dica: a questi ritmi Totti può giocare fino a sessant’anni.

GERVI K.O. Eppure quando esce Gervinho - per lui probabile lesione ai flessori della coscia destra: stagione verosimilmente finita - tutti pensano (sperano?): «Magari ora tocca a lui». Invece no, occorrerà aspettare. Quando lo farà, riceverà applausi e avrà ancora tempo per segnare su rigore (7° in campionato, 242° in A: «Diego Lopez mi ha chiesto la maglia», rivelerà alla fine il capitano) e per mettere un paio di palloni che hanno ricordato che cos’è il calcio. Viene da dire: tardi, troppo. E alla fine il mini-assedio di Nainggolan, Florenzi, Astori e Torosidis all’arbitro Tagliavento appare quasi ridicolo. Garcia dice: «Alla fine ho visto chiedere all’arbitro perché abbiamo perso 30’’, ma in realtà abbiamo perso un’ora perché - dopo i primi 10’ e il palo colpito - abbiamo giocato a un ritmo troppo basso. Dobbiamo far sì che la squadra reagisca, forse non ha capito quante poche partite mancano. Non è la strada giusta. Non dobbiamo andare sotto ritmo. Non mostriamo voglia. Servono altri ritmi. Ci serva di lezione. Destro segna? Non mi fa male, capita. In Francia no. Sono contento per lui, ma arrabbiato per noi. Le nostre punte non hanno fatto abbastanza sul piano difensivo. E poi con Pjanic abbiamo perso palla a centrocampo in una zona vietata. Totti? Non serve a niente parlare col senno di poi. Il capitano e Iturbe sono entrati bene, con loro abbiamo giocato meglio. Ritiro? Ne parlerò alla squadra. Io sarò sicuramente l’allenatore del prossimo anno? A questa domanda non voglio rispondere».

ALLENAMENTO PIUNITIVO  C’è voglia di frusta e il primo provvedimento è stato preso nella notte. Tutti in campo stamattina alle 8 a Trigoria per un allenamento punitivo, subito dopo verrà deciso se andare o meno in ritiro. Duro Sabatini - che definendo la prestazione «inquietante» - precisa: «Se può essere d’aiuto il ritiro va bene. I giocatori devono ricordare che stiamo lottando per un obiettivo importante. Il gol di Destro? Me lo sentivo, ma speravo ne facessimo due noi. Pjanic? Ha una condizione fisica precaria. Siamo ancora artefici del nostro destino, con 9 punti arriviamo secondi, ma giocando così non andiamo di certo in paradiso». Anzi, per far vedere l’inferno alla Roma è bastato anche un povero Diavolo.