rassegna stampa

L'addio di Luis Enrique «Chi verrà dopo spero non soffra così»

(La Gazzetta dello Sport – M.Cecchini) – Conoscevamo «l’angoscia del portiere prima del calcio di rigore»

Redazione

(La Gazzetta dello Sport - M.Cecchini) - Conoscevamo «l'angoscia del portiere prima del calcio di rigore»

(Peter Handke), «la solitudine dell'ala destra» (Fernando Acitelli), ora aspettiamo un cantore per la resa dell'allenatore più amato da squadra e società. Luis Enrique se ne va e a fargli da scorta in conferenza c'è tutta la dirigenza e lo staff tecnico. Su etere e web, di lì a una manciata di minuti, lo celebreranno quella parte della tifoseria (non piccola) che lo avrebbe voluto ancora. Ma per la 5a volta in 8 anni c'è un allenatore della Roma che presenta le proprie dimissioni irrevocabili per ragioni tecniche, lasciando anche l'ingaggio. Ecco la lista dei caduti precedenti: Voeller (2004), Delneri (2005), Spalletti (2009), Ranieri (2011).[...]

Sofferenza & Stanchezza «Qui sono stato benissimo — dice Luis Enrique — ma a volte ci sarebbe bisogno di un po' di aiuto, di pazienza. E lo dico per chi verrà dopo di me, spero che non dovrà soffrire quel che è successo a me, anche se so che non c'è stato niente di nuovo. Me ne vado perché sono molto stanco, ho dato il 100% e quando uno lo dà non è mai un fallimento. Anche quando mi sono mancate le forze ho pensato di rimanere vicino ai miei calciatori e non ho mai pensato alle dimissioni dopo una sconfitta. Penso che non mi basterà l'estate per recuperare la forza e quindi non potrò darla. Il prossimo anno non allenerò sicuro.[...]».

Chi verrà dopo A chi gli chiede se sarebbe rimasto in caso di qualificazione europea, risponde: «Non lo so, la realtà è questa. È giusto giudicare un allenatore dai risultati, ma per me non è stata una stagione buttata al vento. La squadra è migliorata. Io ho fatto i primi passi e continuerà il mio lavoro un'altra persona (pare Montella, ndr) che avrà la forza che a me manca. Sicuramente dei tifosi non hanno capito quel che faccio, ma penso di essere onesto: se non posso essere d'aiuto alla squadra me ne vado. Questo è successo e può risuccedere. E non voglio essere io il punto di rottura. Ho commesso tanti errori e chiedo scusa. Continuo a preferire il calcio d'attacco, ma cercherò di migliorare anche la fase difensiva. Riprovarci in Italia? Chi lo sa, meglio recuperare un po' prima».[...]