Se i numeri fossero una certezza, il pronostico per la Roma sarebbe negativo. Questo perchè negli ultimi 6 anni le italiane non hanno fatto una bella figura nel playoff: tutte eliminate, tranne il Milan, 3 anni fa. Ad aumentare un pò le chance giallorosse, i precedenti di Spalletti che con lo Zenit non ha mai perso contro il Porto. Per fortuna il calcio non è una scienza esatta, però decrittare questo preliminare è davvero difficile. Il Porto del nuovo allenatore Nuno Espirito Santo per molti è destinato a notevoli imprese, ma per la maggioranza, la Roma è più forte. Una certezza però c'è: sarà la prima Roma senza Pjanic.
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La nuova Roma mostra i muscoli per l’Europa
I preliminari sono spesso indigesti alle italiane e la Roma, orfana di Pjanic, proverà ad invertire questa tendenza
Chi proverà a far dimenticare il bosniaco, che ha spezzato tanti cuori, sarà Strootman. L'olandese, come annunciato da Spalletti, giocherà. Dopo gli infortuni al ginocchio sinistro finalmente, la verità. Insieme a DeRossi e Nainggolan proveranno a sopperire alla tecnica di Pjanic con corsa e aggressività. Meno belli, più duri, e maggiori responsabilità sulla trequarti per Diego Perotti, scrive Sebastiano Vernazza sulla Gazzetta dello Sport. Di certo al mister giallorosso non mancano le alternative. Per esempio l’eterno ritorno al 4-2-3-1, con De Rossi e Nainggolan davanti alla difesa, e con Salah, Perotti ed El Shaarawy dietro Dzeko. «Siamo una squadra forte da tutte le parti e siamo pronti per una sfida tanto importante» esclama Lucio.
Alla conferenza pre-gara l’allenatore della Roma dispensa frammenti della propria filosofia calcistica. Su Dzeko, annunciato titolare: «Voglio giocatori che siano dentro la partita, che la riempiano. Spesso nelle nostre valutazioni su chi far giocare si è portati a vedere quello che è un gesto, un gol. In una partita ci sono 55 minuti o anche meno di gioco effettivo, però ci sono 22 giocatori in campo e ognuno tocca il pallone per un minuto e mezzo. Gli altri 88 minuti e mezzo ogni calciatore deve fare qualcos’altro. Nello zaino bisogna inserire molte cose. Mi aspetto che Dzeko, se giocherà, faccia bene sotto l’aspetto della mentalità e che ci metta tanto di più». Poi ancora, sul ballottaggio in porta tra Alisson e Szczesny: «Sceglierò in base a quello che vedo, come per tutti gli altri. Non ho la ricetta per vincere tutte le partite, ma di sicuro so che cosa fare per non doverle perdere: bisogna far giocare chi sta meglio». Il futuro passa per Oporto, con la Roma che proverà a tenere alta la bandiera italiana.
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