rassegna stampa

La nuova mappa dello sport capitolino

Angelo Dario e Daniele Frongia, in questi giorni, hanno reso noto il testo del nuovo regolamento che dovrà essere approvato dalla Giunta e dalle Commissioni

Redazione

Sono passati 14 anni dall’approvazione dell’ultimo regolamento per gli impianti sportivi di Roma Capitale. Si tratta di un patrimonio pubblico che ammonta a diversi milioni di euro, considerando le 162 strutture, che viene gestito da associazioni sportive, enti di promozione e federazioni. La nuova amministrazione aveva annunciato che avrebbe messo mano alla questione entro pochi mesi e proprio in questi giorni Angelo Diario e Daniele Frongia, rispettivamente presidente della commissione sport e assessore allo sport, hanno reso noto il testo del nuovo regolamento che dovrà essere approvato dalla Giunta e dalle Commissioni.

Diverse le novità, alcune già presenti nel regolamento redatto dall’ex assessore allo sport della giunta Marino, Masini, che non venne approvato. Una prima novità riguarda la classificazione delle strutture sulla base della redditività e la complessità della gestione. In sostanza si distinguono impianti di grandi dimensioni abilitati anche per lo svolgimento di concerti, come stadi e palazzetti dello sport o ippodromi, da quelli in cui si pratica solo sport. E in quest’ultimo caso c’è un’altra classificazione in base al numero di spazi adeguati per svolgere una specifica disciplina sportiva. Parametri questi che serviranno anche per stabilire le quote di concessione, come riporta Pasquali su La Gazzetta dello Sport.

Tra le altre novità presenti nel regolamento ce ne sono alcune che mettono alle strette i gestori poco trasparenti o morosi. L’articolo 8, ad esempio, stabilisce che le discipline sportive praticate vengono stabilite dall'amministrazione comunale. Ovvero, in uno stadio di atletica si dovrà fare atletica, in un campo da rugby entra la palla ovale. Se il gestore vorrà ospitare altre discipline dovrà chiedere l’autorizzazione. In caso di mancato rispetto di questa regola, così come nei casi di lavori non autorizzati, cambio di destinazione d’uso o di morosità per tre mensilità anche non consecutive, il concessionario decade. Altra novità riguarda le offerte per la gestione, che saranno valutate in base alla tipologia di impianto. Per i grandi impianti si privilegerà il piano economico­-finanziario, la percentuale sul volume di affari per le attività extra sportive da corrispondere a Roma Capitale e la percentuale di incremento rispetto al canone di concessione di base. Per quelli solo sportivi di medie e piccole dimensioni, invece, il punteggio salirà in base al programma di gestione operativa e delle attività sportive e anche alle figure professionali impiegate. Dunque si punterà sulla qualità del servizio al cittadino.