rassegna stampa

Kjaer, ora o mai più

(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) È onestamente complicato scegliere su chi interrogarsi. Cioè, se sia più utile capire cosa passa nella testa di Simon Kjaer, pericolosamente sul filo di una nuova etichetta, da Ferrari a Loria biondo,

Redazione

(Gazzetta dello Sport - A.Catapano) È onestamente complicato scegliere su chi interrogarsi. Cioè, se sia più utile capire cosa passa nella testa di Simon Kjaer, pericolosamente sul filo di una nuova etichetta, da Ferrari a Loria biondo,

eppure ancora iperattivo sui social network, suo personale trampolino da cui lancia ripetuti messaggi di speranza. Ieri mattina l'ultimo: «Prepariamo la gara di domani, ci alleneremo a Trigoria, poi nel pomeriggio voleremo al Nord. Ci serve una vittoria». A lui, invece, da Bergamo si richiede un lungo viaggio nel tempo, alla ricerca del se stesso perduto.

LA FIDUCIA DI LUIS Oppure, potrebbe essere più istruttivo, e certamente darebbe un contributo alla psicologia, capire la natura delle ultime esternazioni di Luis Enrique sul ragazzo danese. Era lucido? «Se il famoso errore nel derby lo ha condizionato? Non ricordo di questa partita — ha sorriso ieri Luis — e Kjaer è un calciatore di livello altissimo. Ha 22 anni è ha fatto un Mondiale, due stagioni a Palermo e una in Germania. È un giocatore incredibile, ha un fisico e una mentalità ottima, ha un presente e un grande futuro. Se durante la stagione succedono cose che possono influire è compito dell'allenatore gestire queste situazioni, ma ho tanta fiducia in Kjaer e nel resto dei suoi compagni. Così si va avanti, ogni volta che si cade ci si rialza. Cosi sta facendo Kjaer». Deve esserci sfuggito il momento in cui si è rialzato.

 

OGGI Sì, DOMANI NO Ma tant'è. Di fronte a tutto questo, è certamente più comprensibile l'assalto virtuale che Kjaer riceve da giorni su twitter: messaggi adoranti di followers russe, attirate dall'imminente amichevole tra Russia e Danimarca, e ovviamente dal fascino del ragazzo. Bello è bello. Bravo, prestante e di sicuro avvenire, quel che gli prospetta Luis Enrique, al momento è difficile asserirlo. Però, scherzi a parte, è giusto che Kjaer ci creda e prometta ai tifosi un immediato rilancio. Ed è sacrosanto che l'allenatore lo difenda a dispetto dei santi. Ci sta pure che il danese goda della fiducia della società, che ci ha investito denaro e credibilità. Ai giornalisti il diritto di essere maliziosi e il dovere di porsi domande, una in particolare: Kjaer gioca oggi contro l'Atalanta, ammesso che sia così, per evitare che Juan, in diffida, becchi un giallo e salti il derby?

STATISTICHE E FRECCIATINE Qualunque sia il motivo, sembra avere una logica schierarlo in coppia con Heinze. Premessa: Kjaer è partito otto volte dall'inizio e praticamente ha sbagliato con qualsiasi collega di reparto. Forse con il solo Burdisso, nelle prime due esibizioni stagionali (contro Inter e Siena), è andata liscia come l'olio. Con Juan Kjaer si è esibito tre volte dal primo minuto, e sono stati sempre dolori: a Udine, a Cagliari e a Catania. Anche con Heinze ha fatto coppia in tre occasioni: vittoria a Parma, sconfitta nel derby (con rigore provocato e successiva caduta in depressione), successo sul Lecce. Prestazioni e risultati alla mano, forse Kjaer si sente più al sicuro con Heinze, anche se il secondo tempo di Siena (ingresso al posto di Juan e immediato patatrac) non dà particolare conforto. In sostanza, si salvi chi può. Soprattutto Kjaer e, di riflesso, la Roma. Che oggi si esibirà a Bergamo forte dell'affetto di Luciano Spalletti. «Seguo sempre le partite della Roma: è un bel progetto, la società ha operato bene, l'allenatore vuole fare un bel calcio e i giocatori ne parlano tutti bene, anche se nel calcio contano i risultati...». Stoccatina finale, e ti pareva.