rassegna stampa

«Indifendibili», «Grazie Edy». Aspettando il derby vero

Sul web i tifosi giallorossi prima si illudono, poi si infuriano. Sospiro di solliego per i laziali, che restano secondi e ringraziano il loro ex allenatore per aver fermato i cugini

Redazione

Ieri pomeriggio non c’era la contemporaneità: niente passaparola tra un seggiolino e l’altro, niente maxischermi ad accendere gli «ooooh» o i fischi dei tifosi allo stadio. Ma, seppur a distanza, è sempre derby, e lo sarà almeno fino al 31 maggio, a meno che quello vero del 24 non dia verdetti definitivi. Dopo il sorpasso della Lazio, niente controsorpasso della Roma, che resta terza anche per differenza reti, visto che lo scontro diretto di andata è finito pari. E di chi è la «colpa»? È un concorso di colpa: da una parte, di una Roma che delude, dall’altra di «zio» Edy Reja, che con la sua Atalanta gioca, si difende, riparte, non soffre e porta via un punto che non fa una piega.

URBY E WILLY - In teoria, di spazio per l’ironia ce ne sarebbe anche, tra Emanuelson che dopo le «vacanze romane» torna all’Olimpico da titolare e Guglielmo «Willy» Stendardo, «vecchio cuore biancoceleste» che propizia il vantaggio della Roma.

Si mette bene, la domenica dei romanisti, dopo appena un paio di minuti. Tanto che Giovanni, incauto e senza pensare alla scaramanzia, dopo il rigore di Totti scrive: «Laziali, potete tornare a vedere Domenica In». Peccato che però la partita cambi verso e l’ironia lasci ben presto spazio alla rabbia. C’e n’è per tutti, da Garcia («belli i cambi per mantenere l’1-1»), alla società («aspettiamo che Pallotta chiami “fucking idiots” anche i giocatori strapagati che non riescono a battere l’Atalanta») fino ai giocatori, i più colpevoli, «indifendibili» secondo molti romanisti. «Chissà se Gervinho è già andato a chiedere un aumento», scriveva Michele, menzionando uno che ieri non era neanche convocato. Claudia, invece, faceva notare come «giustamente hanno annullato il giorno di riposo, perché si sono riposati già in campo»; arriva Robert che scrive un tweet direttamente a Luis Enrique. Nostalgia? No, una semplice domanda tattica: «Mister, ma ha insegnato lei a Reja il tiki taka?»

GRAZIE MISTER - La pagina Facebook «Io tifo Lazio» apre con una foto di Pioli e una di Reja, con accanto le sue dichiarazioni dopo Roma-Atalanta: «Sono contento per il punto preso e per aver fatto un favore alla mia Lazio». Bene, quel «mia» riscuote tanti, tanti consensi, ma sarebbe strano il contrario: i «grazie» non si contano, i «ti vogliamo bene» nemmeno, ma ci sono anche pensieri più articolati. Come quello di Simone: «C’è gente che ha avuto le palle di fischiarlo ed insultarlo, tifosi ingrati: questo è un signore più di chiunque altro». Inevitabile, in questi casi, il rischio di andare fuori dalle righe: ecco che allora rispunta fuori la foto di Diego Simeone quando indossava la maglia della Lazio. Il «Cholo», dopo il pareggio di Castroman nel derby del 29 aprile 2001 , fu immortalato con la mano sui genitali, e giù commenti anche qui. «T’ho costretto a tifa’ Juve», o il più celebre «Oh nooo» (stavolta colorato di giallorosso) uscito in curva Nord in Lazio-Inter del 2010, quando tanti laziali tifarono contro pur di non vedere la Roma campione.

K.O. ALLE SPALLE - Avesse vinto la Roma, probabilmente gli stessi laziali avrebbero trascorso parte della domenica a rimuginare sulla sconfitta di Torino. Il punticino portato via da Reja, invece, ha anche l’effetto di cancellare quello che di brutto si è visto allo Stadium: «Ha vinto la squadra più forte di tutte. Tutto normale, non facciamo i romanisti, domenica tre punti e via».