Per le italiane l’Europa League è il solito tormento: la coppa del giovedì, che con 4 di Serie A spezzetterà ancor più il campionato, non viene abbracciata dal 1999, con il Parma, quando ancora si chiamava Coppa Uefa. E da allora anche nessuna finale, ricorda Pierfrancesco Archetti su "La Gazzetta dello Sport".
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In Europa League l’Italia pesca bene. Roma con il Plzen
Oltre ai campioni cechi, i giallorossi hanno pescato i rumeni dell'Astra Giurgiu e l'Austria Vienna
Due stagioni fa Fiorentina e Napoli uscirono in semifinale, idem l’ultima Juve di Antonio Conte nel 2014. Le avversarie anche stavolta sono medio-facili, con 2 promozioni nel girone da 4. La presa di coscienza di alcuni dirigenti nelle sale di Montecarlo fa capire che a parole non esistono più alibi. Il d.g. della Roma, Mauro Baldissoni, ha detto: «Se non passiamo è solo colpa nostra, alla Roma manca la mentalità vincente internazionale, va costruita con i successi e guardando soltanto a noi: dobbiamo dimostrare in campo e non sulla carta che siamo forti». Evitato il Manchester United di Mourinho, i giallorossi che erano in seconda fascia hanno preso l’ultima della prima, i campioni cechi del Viktoria Plzen, fuori dalla Champions contro il Ludogorets. Anche i romeni dell’Astra hanno trionfato in campionato ma soprattutto hanno eliminato il West Ham passando a Londra. L’Austria Vienna del portiere della nazionale Almer invece ha passato l’estate in campo per le qualificazioni: tra ottobre e novembre dovrebbe avere meno energie.
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