«Non essere triste. Ecco un po’ di soldi per te». Mohamed Salah da ragazzo piangeva, ma non per un infortunio, bensì perché non era riuscito a segnare. A raccontarlo è Said Elsheshiny, allenatore dell’attaccante della Roma quando era nelle giovanili dell’Almoqaulon Alarab. «Lui ha sempre giocato qualsiasi partitella, anche con i più grandi, come se fosse un match ufficiale. Questo ha fatto sì che i suoi muscoli fossero sempre pronti, tant’è che non ha mai subito gravi infortuni. Prima giocava terzino sinistro. Avevo pensato anche di spostarlo a trequartista per la sua capacità nel dribbling, però ho visto che il ruolo di esterno d’attacco gli si addiceva di più per la sua capacità nel dribbling e la sua velocità».
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«Il mio Salah piangeva quando non segnava»
«Quando giocò la prima partita da ala sinistra fu contro l’Enpi. Ebbene, Salah alla fine – nonostante avessimo vinto – ebbe una crisi di pianto perché non aveva segnato. Così per consolarlo gli detti un po’ di spicci. Da quel giorno...
Come riportato nell'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", ieri ha corso ed è pronto a tornare col BateBorisov.«Quando giocò la prima partita da ala sinistra fu contro l’Enpi. Ebbene, Salah alla fine– nonostante avessimo vinto – ebbe una crisi di pianto perché non aveva segnato. Così per consolarlo gli detti un po’ di spicci. Da quel giorno segnò altri trenta gol in due stagioni...».
(M. Mahmoudy)
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