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Il boemo alla Juve «Conte squalificato Non può allenare»

(Gazzetta dello Sport – A.Pugliese) Nel mirino di Zeman finisce ancora una volta la Juventus.

Redazione

(Gazzetta dello Sport - A.Pugliese) Nel mirino di Zeman finisce ancora una volta la Juventus. Per la squalifica di Antonio Conte (anche se il boemo non si riferisce mai esplicitamente al tecnico juventino), per l'assoluzione di Bonucci e Pepe (ma anche qui i riferimenti sono solo indiretti) e per i fatti della Supercoppa di Pechino. Nel suo ultimo giorno di ritiro a Irdning, il tecnico della Roma traccia un bilancio. E, come sempre, è netto e diretto in ogni suo giudizio.

La stagione è cominciata con le mille polemiche della Supercoppa.

«Non ho visto la partita, mi è difficile giudicare. Ma è certo che siano cose spiacevoli, spero servano da insegnamento per il futuro. Siamo solo all'inizio, magari si capirà che bisogna cambiare».

Un giocatore squalificato non gioca, un allenatore squalificato può allenare, ma non andare in panchina. Non le sembra strano?

«Anche un giocatore squalificato si può allenare. Ma se c'è una squalifica a tempo lungo penso che un tecnico non dovrebbe allenare».

Che intende per tempo lungo?

«Sopra i tre mesi».

Con queste sentenze si è fatto un'idea sull'ennesimo scandalo del calcio italiano?

«Non lo so, non capisco. Non ho letto le carte, non posso parlare su quello che si dice. Ma se si vuole debellare un problema come questo bisogna essere più decisi».

È finito anche il secondo ritiro stagionale della Roma, ora è caccia a un centrale di difesa.

«Per me oggi il terzo centrale è Romagnoli, che ha grandi qualità. Poi se arriva qualcuno che da terzo può diventare il primo, è ancora meglio».

De Rossi sabato è stato schierato da interno di centrocampo. L'ha convinta?

«Quella per me non era una partita, eravamo troppo stanchi. Ma in Nazionale, con Pirlo, Daniele gioca sulle mediana destra o sinistra, quindi lo può fare. Dipenderà dall'avversario».

In attacco, a destra, alterna spesso Lamela con Nico Lopez. L'uruguayano può essere un'insidia per Erik?

«In ogni ruolo ho due giocatori: c'è chi sta meglio e chi serve di più alla squadra. Hanno tutti e due la stessa possibilità di giocare, spero di fare delle scelte giuste. Nico fisicamente gracile? Non tutti i giocatori sono grandi, guardate Messi e Giovinco. Non è questo il problema, spero di dargli delle possibilità».

Il modo di giocare di Pjanic cambia se a sinistra come esterno d'attacco c'è Totti o Destro.

«È vero, è differente. Con Totti deve andare più dentro, Francesco gioca più fuori rispetto a Destro. Sabato, invece, Miralem e Mattia andavano tutti e due dentro, per me deve essere uno sì e uno no. Ma Pjanic può giocare anche a destra: è intelligente, ci si lavora benissimo».

È soddisfatto del cambio Destro-Borini?

«Sì, lo abbiamo fatto per una questione tecnica. E Destro è più tecnico di Borini».

Destro e Osvaldo come li vede?

«Destro sta accusando, non era abituato a questi lavori, ma è giovane e gli servirà. Osvaldo, invece, è una forza della natura».

Ha già in mente una formazione titolare?

«In linea di massima sì. Poi spero che quelli che oggi non vedo come titolari mi dimostrino di poterlo essere. Dipenderà dal loro stato di salute e dalla mia pazzia sul loro utilizzo».

In che condizioni sono Dodò e Bradley?

«Per me Bradley è già a posto e il 16 ricomincerà con il gruppo. Dodò, invece, ha ancora tanto da lavorare».

C'è il rischio che la Roma possa arrivare al campionato con poche partite «vere» nelle gambe?

«In preparazione ho bisogno di avversarie che ci permettano di provare e fare quello che stiamo costruendo».