Prima il gol bianconero su rigore di Kastanos, poi il pareggio di Ponce (miglior giocatore delle Final Eight). Spalletti – in tribuna col d.g. Baldissoni e a Bruno Conti, riporta Vincenzo D'Angelo su "La Gazzetta dello Sport" – può essere soddisfatto dell’impatto dell’argentino, arrivato dal Newell’s in estate per fare il vice Dzeko ma costretto a saltare gran parte della stagione per la rottura del crociato. Talento purissimo che tornerà utile nella prossima stagione.
rassegna stampa
Grosso? No, Grossi: scudetto alla Roma. Juve, niente record
Terzo trionfo per De Rossi, i rigori condannano l’eroe di Berlino: sbagliano Vadalà e Favilli, Grossi decide davanti a Spalletti e Conti
Senza Sadiq e Tumminello squalificati, De Rossi prova la carta a sorpresa del doppio trequartista alle spalle di Ponce. Ndoj e Di Livio tra le linee mettono in crisi il centrocampo della Juve: ad eccezione di Vasco, i centrocampisti della Roma si scambiano continuamente la posizione in modo da non dare punti di riferimento alla difesa bianconera, che sbanda più volte in avvio. Prima Romagna salva su Di Livio lanciato a rete, poi è Audero a dire di no a Ponce.
La Roma comanda, ma è la Juve a trovare l’episodio che capovolge l’inerzia della gara. Nasce tutto dalla catena di destra Lirola-Macek, con lo spagnolo messo giù in area da Di Livio. Dal dischetto va Kastanos: botta potente e vantaggio Juve. La Roma, però, si riassesta all’intervallo. E, al primo affondo, arriva il pari di Ponce, in mischia su azione d’angolo.
Nei supplementari Di Livio spreca per la Roma, mentre ai rigori è Marchizza a fallire il primo match point. A oltranza Favilli sbaglia, Bordin e Grossi – messi dentro all’ultimo secondo per calciare – no. E De Rossi mantiene il curriculum pulito: tre finali Primavera, tre scudetti. Una sentenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA