A volere Mario Rui a Roma è stato lo stesso Spalletti, che nei suoi mesi di inattività lo ha visto (e studiato) molto bene ad Empoli. «Ma non mi chiedete in che cosa ho colpito il mister, questa è una domanda da rivolgere a lui. Digne? Non mi piace fare paragoni. Lui ha fatto la sua storia in giallorosso e anche molto buona, io farò la mia. Ma se il club mi ha scelto vuol dire che ha visto qualcosa di buono in me. Arrivare alla Roma a 25 anni è bellissimo. So che posso migliorare, ma sono anche consapevole che posso dare qualcosa a questa squadra». Più nel dettaglio, la Roma si aspetta corsa, spinta, dinamismo, scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport". «E infatti so che giocherò in modo diverso rispetto a Empoli, qui la squadra è più abituata a fare la partita, ad avere il possesso del pallone. Mi troverò ad attaccare di più. E a spingere».
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Grinta Mario Rui: «Dimostro chi sono e vado in Nazionale»
"Se il club mi ha scelto vuol dire che ha visto qualcosa di buono in me. Arrivare alla Roma a 25 anni è bellissimo. So che posso migliorare, ma sono anche consapevole che posso dare qualcosa a questa squadra"
«Io la penso esattamente come Strootman, le partite contro la Juventus sono solo due e noi le giocheremo come se fossero due finali. Ecco perché dico che la Roma può giocarsela per lo scudetto, perché ho visto nel finale della scorsa stagione cosa è stata capace di fare». A lui il compito di dare gas e costruire palloni invitanti per Dzeko: «Ancora non abbiamo provato niente di specifico, vediamo». Poi vede già uno spiraglio per vestire la maglia del Portogallo. O, almeno, ci crede: «Sto lavorando anche per questo, per me resta un sogno. Intanto mi godo la vittoria dell’Europeo. Noi siamo un paese piccolino, è stata una gioia immensa».
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