rassegna stampa

Nuovi gol per la Champions. Garcia e Pioli le studiano tutte

Più che Klose e Ljajic, più che Felipe Anderson e Totti, più che Mauri e Pjanic, sarà bene per Garcia e Pioli curare i dettagli

Redazione

I gol che non ti aspetti. O forse è più corretto dire i gol che ti aspettavi e non si sono visti. Roma e Lazio dentro una volata di due mesi, alla fine di una stagione che sta prosciugando tutto: energie, emozioni, progetti, tabelle di marcia pensate e sempre aggiustate, perché qui i programmi si fanno giorno per giorno. Prendi Rudi Garcia, che ieri sera ha imprecato al cielo appena ha saputo dell’infortunio muscolare alla coscia destra di Gervinho con la Costa d’Avorio. Prendi Pioli, che non può non tener conto di un Lulic strepitoso: tre assist in una partita, per uno che alla Lazio non ha più il posto fisso, altro segnale di una crescita esponenziale.

SENZA GERVINHO E allora, più che Klose e Ljajic, più che Felipe Anderson e Totti, più che Mauri e Pjanic, sarà bene per Garcia e Pioli curare i dettagli. Curare il contorno, non solo il piatto forte del menu. Perché una volata così si vince scavando, scoprendo, rosicchiando nuovi gol. Nuovi gol, come quelli di chi dovrebbero farlo per mestiere e fin qui, per un motivo o per l’altro, non ci sono riusciti. Prendi Ibarbo, che da qui in poi si gioca la possibilità di un riscatto da parte della Roma. La fiducia di Garcia, quella pare averla già conquistata con un buon rientro a Cesena e una settimana di allenamenti giusti. A maggior ragione ora che Gervinho è ai box: l’ivoriano è uscito al 39’ del primo tempo dell’amichevole con la Guinea Equatoriale. Lo staff medico lo aspetta per oggi a Roma, per gli esami. Ma certo la sua presenza con il Napoli va considerata a rischio. Servono nuovi gol, davvero. Magari quelli di Doumbia, che è a Roma da sabato: lui con la Guinea non ha giocato, merito del lavoro di diplomazia di Rudi Garcia.

DA CATALDI A UCAN  La Champions aspetta anche i suoi gol. E pure quelli di Keita: non Seydou, ma l’attaccante di Pioli. Anche lui non ha ancora segnato in campionato. La stella di Felipe Anderson, la conferma di Mauri, la potenza di Candreva: tutto ha finito per oscurare una stellina che si è messo in testa di chiudere la stagione al meglio, dopo un inizio che pareva davvero un’uscita di strada, ripensando a quell’incidente con la Lamborghini. La via ora è quella giusta. Come quella imboccata da Cataldi, che è forse la sorpresa più bella nella sorpresa Lazio. Ha sgomitato a centrocampo, ha guadagnato posizioni, ha pure vinto qualche contrattempo sotto forma di infortunio. E adesso è dentro una volata che vorrebbe mai perdere, anzi preferirebbe autografarla con un gol, una firma di un autore che si sta facendo a gran velocità. Velocità che aveva preso anche Djordjevic, prima dell’infortunio nel match contro il Milan: nell’ultimo mese di volata ci sarà anche lui, che fino al momento del k.o. era il capocannoniere di Pioli. In fondo, quello che sperava Garcia sarebbe stato Iturbe: speranza vane, solo un gol in campionato, storiella che l’ha fatto scivolare indietro nelle gerarchie di Garcia. Chi invece la scalata l’aveva appena iniziata era Uçan: qualche numero unito a una discreta continuità di gioco a Cesena, prima del terzo infortunio muscolare stagionale. Chissà se farà in tempo a incidere.

E I DIFENSORI?  Di sicuro, chi ha inciso fin qui sono i difensori. Prendi Manolas, il migliore per rendimento in un reparto giallorosso spesso in grande sofferenza. Alla Roma però sono mancati anche le sue reti: è rimasto al palo in Champions con il Manchester City, in campionato si è fermato anche prima. Quelli sono gol che mancano, perché lì — un anno fa — la Roma ha potuto contare anche sul rendimento a 5 stelle di Benatia, 5 (anche) come le sue reti. E invece ora c’è Kostas. E con lui Yanga-Mbiwa, altro rimasto a digiuno: l’unico gol (discusso, come quello di Udine) l’ha firmato Astori. Peggio ancora la Lazio, che pure ha il secondo miglior attacco del campionato. Ma lì davanti se la sono dovuta sbrigare quasi da soli: per Pioli neppure una rete dai suoi difensori, nessuno che sia riuscito ad esultare davanti al portiere avversario, non solo per un salvataggio. Tendenza quasi incredibile, se trasportata su un periodo di un intero campionato. Striscia che è facile immaginare possa interrompersi, da qui alla fine del torneo. Da qui a quando si capirà che estate sarà, per Roma e Lazio.